Un deposito contenente circa 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio è esploso nel cuore di Beirut, zona del porto. Un boato di potenza inaudita. Decine di vittime, centinaia di feriti e di dispersi. Le case rase al suolo, oltre 300 mila sfollati. Le auto, spazzate via. Ma cos’è il nitrato di ammonio, a cosa serve esattamente e perché ha causato un’esplosione di tale forza distruttiva? A spiegarcelo è il professor Leonardo Tognotti, direttore del Dipartimento di Ingegneria chimica dell’Università di Pisa. “Va detto – premette Tognotti – che le informazioni al momento disponibili sulle cause e sulla dinamica dell’incidente sono allo stato di ipotesi, per cui le risposte non possono che essere di tipo ipotetico”. Iniziamo dalla più immediata delle domande.
Cos’è il nitrato di ammonio e per quali scopi può essere usato?
È uno dei fertilizzanti maggiormente utilizzati in agricoltura. È prodotto sotto forma granulare ed è solubile in acqua. Può essere utilizzato come componente di molti tipi di esplosivi usati nelle miniere e nelle cave, dove viene fatto esplodere dopo essere miscelato con una sostanza combustibile (il nitrato di ammonio è un “comburente”, ovvero un ossidante).
(Dalla scheda di sicurezza: i nitrati in genere sono classificati come ossidanti secondo la direttiva 67/548/EC. La frase di rischio R-8 della direttiva stessa: “Il contatto con materiale combustibile può causare incendio” non descrive correttamente il rischio che invece è descritto correttamente nel UN Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals (GHS) come: “Può intensificare l’incendio“)
È “semplice” far esplodere il nitrato di ammonio?
Non è semplice farlo esplodere, ma è possibile. La scheda di sicurezza infatti riporta: “Conservare ed usare lontano da calore, scintille, fiamme aperte o altre fonti di combustione. Evitare il contatto con materiali combustibili. Nelle aziende agricole tenere lontano da fieno, granaglie, gasolio… Inoltre “il prodotto di per sé non è combustibile ma può favorire la combustione, anche in assenza di aria. Se riscaldato fonde e se il riscaldamento persiste può decomporsi con rilascio di fumi tossici contenenti ossidi di azoto e ammoniaca“. Il riscaldamento in ambiente chiuso può portare ad una reazione esplosiva.
L’innesco può essere la temperatura esterna?
È chiaro che se c’è un incendio e la temperatura sale, l’innesco può avvenire.
Cosa accade durante un’esplosione di questo tipo?
La reazione esplosiva crea un immediato e ingente aumento di volume dei gas di decomposizione che si traduce in un’onda d’urto, ovvero un aumento repentino della pressione e la sua propagazione, come visto con il “fungo”, porta alle conseguenze osservate nei filmati, ovvero ingenti danni alle strutture, traslazione di corpi, rottura di vetri… L’entità dei danni diminuisce man mano che ci si allontana dal punto di esplosione.
Come mai abbiamo visto due “fasi” e la seconda aveva un aspetto che molti hanno paragonato a quello del “fungo atomico”?
Perché nella prima fase c’è stata una deflagrazione di materiale infiammabile e reattivo (si parla di fuochi d’artificio) che ha prodotto l’incendio del materiale combustibile presente nella zona, che a sua volta ha prodotto l’aumento di temperatura che ha portato al riscaldamento del nitrato di ammonio, evidentemente immagazzinato “impropriamente”.
Si parla di “sostanze tossiche nell’aria” con l’invito a lasciare la città? Di cosa si tratta?
Questi prodotti sono ossidi di azoto (NO, NO2, ecc.), (N2O), ammoniaca (NH3). Sono irritanti e causano danni all’apparato respiratorio.
Ci sono situazioni del quotidiano in cui abbiamo a che fare con il nitrato d’ammonio?
No, non ci sono situazioni nel quotidiano, a parte chi lo produce e per chi lo utilizza come fertilizzante con le dovute precauzioni, peraltro riportate nella scheda di sicurezza.