Il magnate gestisce tra il resto uno studio che produce film, vari hotel e resort in giro per il mondo e un'azienda che distribuisce le auto Toyota negli Stati Uniti. Con l'acquisto della società giallorossa si esaudisce il desiderio del miliardario di entrare nel mondo dello sport
Secondo Forbes è il 504° uomo più ricco al mondo, ama il cinema, tanto da produrre film di successo internazionale, e ama volare. Ora, tra le sue conquiste, potrà vantare anche una società calcistica all’apice del mercato europeo: si tratta di Dan Friedkin, 54 anni, successore di James Pallotta alla guida dell’As Roma.
Grazie a un patrimonio personale stimato in 4,2 miliardi di dollari, Friedkin ha firmato l’accordo vincolante per il passaggio di mano della società, il cui iter si chiuderà a fine mese, per una cifra di 591 milioni di euro. La sua fortuna la deve a un consorzio privato di imprese e investimenti, ‘The Friedkin Group‘, nato nel 1969 da un’idea del padre, Thomas, di cui il figlio è proprietario. Con la holding gestisce 12 società, tra cui la Gulf States Toyota Distributors, con cui ha il diritto di vendita (in esclusiva solo in cinque Stati) dei prodotti della casa automobilistica giapponese negli Stati Uniti, grazie ai 154 rivenditori sparsi per il Paese. Negli ultimi anni l’impresa è cresciuta in modo costante, allargando i propri investimenti a resort di lusso, intrattenimento, eventi di golf e safari in Africa.
Grazie alla Imperative Entertainment, uno studio di produzione con base a Santa Monica, che finanzia film, programmi televisivi e documentari, Friedkin si è potuto cimentare nel ruolo di produttore esecutivo per pellicole come The Square, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2017 e The Mule di Clint Eastwood. Oltre alle pellicole, il magnate si occupa della gestione di varie società che controllano alberghi e resort in giro per il mondo (Usa, Europa, Messico, Costa Rica, Caraibi e Isole Fiji), oltre che strutture safari extra-lusso in Tanzania. Sposato e padre di quattro figli, Dan Friedkin ha anche una licenza di pilota d’aereo che gli ha assegnato il raro privilegio, comune solo ad altri nove piloti civili, di prendere parte alla formazione dei voli acrobatici dell’Air Force.
Nato 54 anni fa a San Diego, in California, il magnate statunitense si è formato alla Georgetown University di Washington, per poi laurearsi alla Southern Methodist University, conseguire un master alla Rice University e iniziare a lavorare nel settore del private equity ad Austin, in Texas. Da tempo aveva intenzione di investire in una squadra sportiva: due anni fa, infatti, tentò l’acquisto della squadra di basket Nba degli Houston Rockets. In quella occasione, però, i quasi due miliardi di dollari proposti per rilevare la squadra non bastarono per effettuare l’acquisto e il magnate dovette cercare altrove. La proposta dell’acquisto dell’As Roma arrivò grazie all’intermediazione della Jp Morgan, che già aveva conosciuto la società quando era stata predisposta per la gestione del rifinanziamento del debito. Quando Pallotta si rifiutò di versare altri 150 milioni di aumento di capitale nella Roma decidendo di cedere la società, infatti, fu proprio la multinazionale newyorkese a proporre al magnate californiano di valutare l’operazione.
Sin da subito la proposta di Pallotta sembrò interessare Friedkin, e i motivi sono vari. Innanzitutto si trattava di una società europea, proprio nel continente dove il giro d’affari alberghiero del magnate intendeva ampliarsi, poi comunque Friedkin pare che la città di Roma già la conosca bene, dato che ci ha vissuto per 6 mesi quando produsse il film di Ridley Scott sul sequestro Getty, Tutti i soldi del mondo. A convincere il magnate all’ampliamento d’interessi della holding, infine, dev’essere stato anche il figlio di Dan, Ryan, trentenne con la voglia di cimentarsi come manager sportivo. Nell’unico incontro avvenuto a novembre, infatti, il padre avrebbe chiesto di poter inserire il figlio per due anni sotto l’egida del CEO della società Guido Fienga, così da insegnarli a muoversi nell’ambiente per vedere se ha abilità nel settore. Saranno i volti di Dan Friedkin e di suo figlio Ryan, dunque, a ridare speranza alla tifoseria romana stanca dei nove anni di gestione di James Pallotta. Tante sono le speranze riversate sul magnate statunitense, a partire da un coro, unanime, che parte da tutte le bocche che masticano giallorosso: “Va bene tutto, ma teniamoci Zaniolo e Pellegrini, loro sono il futuro”.