I nuovi casi di coronavirus giornalieri continuano a salire, l’indice che misura la contagiosità è tornato sopra la soglia di 1 e l’età media dei malati si abbassa: sono tutti segnali di allerta in vista di una possibile seconda ondata. Moniti che il governo recepirà nel nuovo Dpcm in arrivo nel fine settimana e in vigore fino al 31 agosto, in cui saranno ribadite le tre regole auree: uso delle mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale e igiene. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, rivolge in particolare ai giovani un appello alla cautela: “Serve più attenzione. Siete il principale veicolo di contagio”. L’età media dei positivi al Covid è scesa a 40 anni dai 60-65 di due mesi fa: un dato che preoccupa soprattutto in vista dell’autunno, quando la pandemia potrebbe riprendere forza e contestualmente ci sarà la ripresa delle scuole e dell’università. Per questo il governo ha già in mano un documento riservato, redatto dagli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del ministero, in cui sono analizzati tre possibili scenari: dal migliore, in cui i contagi rimangono sotto controllo, all’ipotesi peggiore in cui la seconda ondata assume le stesse proporzioni di quanto già vissuto a marzo. Il testo prevede già alcune contromisure: osservate speciali dovranno essere sopratutto le Residenze per anziani (Rsa) e poi, appunto, le scuole.

“In questi giorni ne stiamo vedendo di tutti i colori: discoteche, apericene, locali notturni affollati, assembramenti di ogni tipo. Alle ragazze e ai ragazzi dico: state attenti, perché voi siete il veicolo principale del contagio in questo momento”, dice il ministro Speranza dalle pagine della Stampa. Il suo appello arriva dopo i dati comunicati ieri dal ministero: i nuovi casi hanno superato quota 400 in un giorno e l’Rt è tornato a schizzare per la prima volta da mesi sopra l’1. Significa che ogni persona positiva infetta in media un’altra persona. L’età media dei contagiati che si abbassa è un altro indice di come la diffusione del Covid stia cambiando dinamiche: “I ragazzi forse non sanno – aggiunge Speranza – che oggi l’età media del contagio è scesa a 40 anni mentre solo due mesi fa era 60-65 anni. È chiaro quindi che i giovani sono un veicolo di contagio potenziale pericolosissimo, e non tanto per se stessi. Il vero rischio è che, tornati a casa dalla movida, possano contagiare i loro genitori o i loro nonni“.

Un appello rivolto ai giovani a cui però non va scaricata la responsabilità di quanto accade, secondo il virologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti. “E’ indubbio che il virus sfrutti il comportamento sociale degli individui – spiega sempre sulle pagine de La Stampa il professore che ha coordinato l’emergenza in Veneto – Ma trovo curioso questo scaricabarile fatto sui giovani: in fondo, siamo noi che abbiamo dato a loro insegnamenti e messaggi che, forse, in alcuni momenti sono stati anche sbagliati. Per cui ce ne dobbiamo assumere la responsabilità”. Il ministro Speranzaperò fa trapelare preoccupazione e invita a guardare a quello che sta accadendo negli altri Paesi europei: “È vero che l’Italia in questa fase sta meglio degli altri Paesi, ma è pura illusione pensare che, mentre nel resto d’Europa il contagio riparte e già si parla di seconda ondata, noi possiamo restare tranquilli e beati dentro i nostri confini”. In Germania, ad esempio, per il secondo giorno consecutivo il numero di nuovi casi è rimasto sopra quota mille, arrivando oggi a 1.147 nuove infezioni, riportando i livelli di diffusione dell’epidemia indietro di tre mesi, ai primi di maggio.

Uno scenario che il governo non può escludere anche per l’Italia. Il documento stilato dal dicastero della Salute e dall’Iss parte da due punti certi: la pandemia ci accompagnerà almeno per tutto l’inverno e la scuola sarà uno dei fattori che probabilmente farà crescere il numero di contagi. Il dossier, scrive il Corriere della Sera, ipotizza che il ritorno in aula possa incidere sull’Rt di un +0,4. Non solo, perché tornare nelle aule anche gli studenti universitari: gli atenei ripartiranno a settembre con “un’organizzazione flessibile” che prevede la metà dei ragazzi nelle classi e un’altra metà ancora da remoto, come ha spiegato ad Agorà su Rai3 il ministro dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi. Il primo scenario ipotizzato da ministero e Iss prevede una “Sostenuta ma sporadica trasmissione locale“, quindi con la capacità del sistema sanitario di reggere alle richieste. Nella seconda ipotesi invece la trasmissione diventa “diffusa e sostenuta”: aumenta la pressione sugli ospedali ed è prevista l’attivazione di misure straordinarie già preparate. Il terzo scenario invece è quello in cui la situazione per il sistema sanitario diventa ancora più complessa: è quindi già prevista l’attivazione di “misure straordinarie che coinvolgono anche enti e strutture non sanitarie”.

Il documento prevede anche delle contromisure, dei suggerimenti al governo su come intervenire rapidamente per evitare di farsi trovare impreparati. Innanzitutto il coordinamento fra enti locali e un efficacie monitoraggio del Covid: servono dati certi e comunicati rapidamente, in modo da sapere quali sono le zone a più a rischio. Le Regioni devono fornire informazioni ufficiali e affidabili sul numero di nuovi casi, sui tamponi e sui malati. Solo in questo modo il ministero della Salute e il governo potranno sempre avere la percezione corretta di quale sia l’andamento del contagio. Le informazioni saranno fondamentali anche per monitorare scuole e Residenze per anziani: il dossier prevede infatti che sia predisposto un piano di aggiornamento costante della situazione, per evitare che le Rsa tornino a essere dei focolai o che le classi lo diventino. Infine c’è tutto il capitolo che riguarda il sistema sanitario: la necessità di avere sufficienti posti letto a disposizione, sia in terapia intensiva che ordinari. Poi le attenzioni da rivolgere al personale, affinché sia formato e preparato a una nuova emergenza, abbia a disposizione i farmaci necessari e i dispositivi di protezione. Proprio la carenza di mascherine è stata una delle gravi lacune della prima emergenza: i canali di approvvigionamento dovranno sempre essere tenuti sotto controllo, in modo che i rifornimenti di dpi e di macchinari siano sempre garantiti.

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