Il verde è il colore della natura e dell’armonia, in equilibrio fra i toni caldi e quelli freddi, un toccasana per gli occhi. Anche per questo motivo gli studi scientifici confermano l’effetto positivo del giardinaggio sull’umore. Sarebbe infatti sufficiente dedicarsi al gardening mezz’ora a settimana per trarre notevoli benefici per la salute e la mente (studio dell’università di Westminster pubblicato sul Journal of Public Health). Effetti positivi che possono però essere inficiati dall’acquisto inconsapevole di prodotti con sostanze dannose per l’uomo e inquinanti per la terra come fertilizzanti, antiparassitari, fitofarmaci e pesticidi di sintesi.
Come un doping – Quante volte è capitato di acquistare da un vivaio una bella pianta rigogliosa e poi vederla appassire in poche settimane? No, non è dovuto al pollice nero, né alla mancanza di cure e di amore; è solo l’effetto collaterale dei fertilizzanti da laboratorio che bombardano i vegetali con grandi quantità di molecole per una crescita veloce, ma innaturale. Per dirlo in una sola parola: doping.
I primi fertilizzanti chimici sono stati creati all’inizio del Novecento da due ricercatori tedeschi, Carl Bosch e Fritz Haber, a partire dall’ammoniaca, prodotta industrialmente trattando idrogeno e azoto. Uno dei nutrienti fondamentali alla crescita delle piante è proprio l’azoto. E per questo motivo il commercio è pieno di composti azotati.
Oltre all’azoto, l’industria ha ri-creato tutti gli altri elementi fondamentali per la vita vegetale, come il fosforo (P) e il potassio (K). Congiungendo questi due elementi all’azoto (N) si creano i concimi NPK, fertilizzanti detti “ternari” diffusissimi in agricoltura e anche nel giardinaggio domestico. L’etichetta di questi prodotti ci indica le quantità presenti di ciascun elemento. Per esempio, se si legge 10/20/30 significa che ci sono 10 kg di azoto disponibili, 20 kg di fosforo e 30 kg di potassio in 100 kg di fertilizzante, più altri ingredienti inerti e/o nutrienti come zolfo, ferro, magnesio e calcio. Minerali che sono normalmente presenti in natura. In laboratorio sono però sintetizzati in genere da materia minerale, come rocce o idrocarburi, e non da virtuose sostanze organiche.
La natura dona questi nutrienti nel modo più corretto, e le piante hanno la capacità di assorbire e regolamentarne da sole l’assunzione per crescere sane, forti e resilienti. Ma viviamo nell’epoca dell’intensivo, dove tutto deve andare veloce e far crescere la produttività. Questa velocità comporta però danni ed effetti collaterali sempre più evidenti anche a livello di depauperamento della fertilità dei suoli.
La peste dei pesticidi – La parola pesticida deriva dal latino pestis-, che tradotto in italiano significa peste, morbo, malattia, pestilenza, epidemia, flagello, rovina, distruzione, calamità, e da -cida, che proviene dal tema caedĕre, ovvero tagliare, uccidere. Un termine che ben rappresenta quello che queste sostanze hanno fatto all’umanità e al Pianeta.
Si tratta di prodotti destinati a eliminare o tenere sotto controllo organismi potenzialmente dannosi per l’agricoltura e il vivaismo intensivo (insetti, microrganismi, piante infestanti). Eliminano in sintesi tutto ciò che può compromettere un’alta produttività del terreno e del raccolto. In commercio esistono pesticidi o prodotti fitosanitari di vario tipo: insetticidi, fungicidi (per contrastare le malattie da funghi), anticrittogamici (nel caso di batteri, muffe e alghe), nematocidi (contro vermi del terreno o nematodi), acaricidi (per eliminare gli acari) e fitoregolatori (ormoni vegetali che regolano la crescita delle piante) e diserbanti, defolianti o erbicidi (per eliminare erbe infestanti). In quest’ultimo gruppo c’è anche il famoso glifosato, classificato come “potenzialmente cancerogeno per l’uomo” dallo Iarc, ai disonori della cronaca da anni per tutte le battaglie legali in atto.
Su tutti questi prodotti il Ministero della salute ha pubblicato una serie raccomandazioni con le possibili controindicazioni per gli esseri umani, per la terra e anche per gli insetti impollinatori come api e bombi. Intossicazione, malattie della pelle, asma, problemi polmonari ed endocrinologici, sono solo alcuni degli effetti dannosi di questi veleni. Importante è quindi evitare di comprarli e anche di starne alla larga in periodi cruciali per la vita come gravidanza, allattamento, infanzia e pubertà. Come rivela l’Isde Italia, l’Associazione medici per l’ambiente, a causa dei pesticidi i bambini possono riportare danni gravissimi come perdita del quoziente intellettivo, deficit d’attenzione e iperattività, sviluppo di leucemie, tumori e malformazioni.
L’ultimo da tenere alla larga – È stato usato in dosi massicce non solo agricoltura ma anche nel giardinaggio domestico, il Clorpirifos, l’insetticida prodotto dalla Dow Chemical e autorizzato in 20 paesi dell’Unione Europea, che può danneggiare in modo irreversibile il cervello dei bambini, riducendone il quoziente intellettivo. Solo recentemente l’Ue si è espressa su questo e l’ha vietato dallo scorso gennaio, anche se purtroppo le istituzioni italiane hanno previsto una deroga e il Clorpirifos è ancora attualmente venduto, senza adeguate indicazioni di pericolo. Se in etichetta c’è scritto Clorpirifos (Cpf), il consiglio è quindi comunque di disfarsi del prodotto e in modo sicuro.
A tutto questo si aggiunge anche la mancata osservanza della legge che impone ai rivenditori di fertilizzanti e di antiparassitari, come i vivaisti, di informare i clienti sia a voce che attraverso una documentazione scritta, fornendo tutte le informazioni sui rischi per la salute umana e l’ambiente connessi all’uso dei prodotti fitosanitari (Gazzetta Ufficiale del Ministero della salute). Insomma, se da tante sostanze è meglio stare alla larga perché, allora, non provare a usare fertilizzanti naturali per avere cura dei nostri amati giardini, balconi e orti?
Come fare – Iniziamo a orientarci nella scelta del giusto fertilizzante. La cosa più semplice è cercare rivenditori e vivai che trattino solo il biologico e il naturale. Basta fare una ricerca sul web oppure si può chiedere supporto negli orti urbani; in questi spazi di auto coltivazione c’è in genere l’obbligo di utilizzare solo prodotti eco-bio e quindi le persone che li frequentano conoscono perfettamente i punti adatti dove fare acquisti consapevoli per il giardinaggio.
Tra i prodotti più versatili per dare nutrimento c’è il compost che può essere acquistato o autoprodotto in casa in una compostiera a partire dagli scarti alimentari organici, il Bokashi, un concime vegetale completo che crea l’humus donando vitalità alle piante, e i microrganismi effettivi o Em, utili anche per la rivitalizzazione del suolo impoverito dai trattamenti chimici e per piante poco vitali.
Matteo Cereda, autore insieme a Sara Petrucci di Ortaggi Insoliti (TerraNuova, pp. 169, € 14,00) e animatore di Ortodacoltivare.it, una della più grandi community sul tema, consiglia: “Se vogliamo fare un orto biologico o curare al meglio un giardino dobbiamo per prima cosa prenderci cura della fertilità del terreno; non si tratta solo della presenza di elementi nutritivi, ma anche di sostanza organica che migliora la struttura del suolo, rendendolo soffice e capace di trattenere l’acqua e ‘nutrendo’ anche una serie di microrganismi utili alla vita delle piante. Per questo prima di parlare di concime parliamo di sostanze ammendanti. Tra i migliori ammendanti naturali c’è senza dubbio l’humus di lombrico, una sostanza straordinaria che ha moltissime proprietà utili alle piante tanto miracolosa da essere chiamata negli Stati Uniti black magic. La cosa interessante è che l’azione ‘digerente’ dei lombrichi rende il terreno più leggero e soffice e quindi più facile da lavorare, donando una sostanza sicura per l’apparato radicale, per cui anche un eventuale eccesso non porta danno alle colture”.
Rispetto agli antiparassitari il consiglio è di procurarsi nelle agricole o nelle erboristerie una boccetta di Olio di Neem, originario dell’India e di altre parti dell’Asia utilizzato da migliaia di anni per le sue eccezionali proprietà. Contiene acidi grassi, come l’oleico e il linoleico, ed è ricco di azadiractina, che gli conferisce proprietà antibatteriche, antifungine e antiparassitarie. Tutte queste sostanze gli permettono di repellere ogni tipo di parassita e insetto. Il colore vira verso un marrone inteso e l’odore allontana anche le zanzare, tanto che può essere utilizzato anche per questo scopo con straordinaria efficacia. Utile sia come fertilizzante che come antiparassitario è il macerato di ortiche. Un preparato della tradizione italiana autoprodotto o venduto nei vivai, che favorisce la crescita delle piante, stimolando lo sviluppo delle radici e arricchendo il terreno; talmente portentoso da essere in grado di recuperare anche le piante avvizzite o allo stremo delle forze.
*Presidente del Movimento per la decrescita felice
Piante e umani: siamo quello che mangiamo – Forse non ci rendiamo conto che le piante come noi sono fatte di ciò di cui si alimentano. Se acquisiscono solo sostanze di sintesi, se assorbono integratori dopanti che suppliscono alla mancanza di nutrienti, se sono nutrite da ormoni della crescita, il risultato sarà il medesimo. Il cibo spazzatura rende il corpo debole e il sistema immunitario affaticato? La stessa cosa accade a una pianta se utilizziamo un fertilizzante chimico: la indebolisce e la rende fragile nel suo sistema di difesa. È più un vegetale è debilitato, più si dovrà usare la chimica industriale per dargli tono e renderlo produttivo. Un circolo vizioso da cui è difficile uscire e che sta portando verso l’infertilità della terra.
“Diciamo sempre ai bambini che nella storia de Il Piccolo Principe ‘l’essenziale è invisibile agli occhi’. Non c’è cosa più vera che per le piante. Se le radici, che sono il loro cervello e cuore, stanno bene, tutto il resto starà bene. Se la pianta è pompata nella parte esteriore e aerea, senza una cura con i giusti ammendanti per le radici, e quindi del suo cuore, a un certo punto crollerà”, racconta Mattia Zàccaro Garau, filosofo e promotore con il fratello Manfredi del progetto Albero Blu Vivaio di vivaismo consapevole ed etico.
Radici più forti
– Per approfondimenti sul tema si può consultare il sito www.isde.it dove trovare studi e raccomandazioni valide per difendersi dai pesticidi, per un cibo e un’agricoltura liberi dai veleni.
– Riferimenti utili e consigli sulla coltivazione biologica negli orti e la cura dei giardini sono sul portale www.ortodacoltivare.it. Tanti video, fruibili anche da chi è alle prime esperienze, che introducono alla pratica della permacultura e all’uso dei fertilizzanti e antiparassitari naturali, sono sul canale youtube Il Bosco di Ogigia.
Articolo di Lucia Cuffaro
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