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Turchia sfida di nuovo la Grecia e riprende le esplorazioni energetiche nell’Egeo. Erdogan: “Atene non rispetta gli accordi”

La pax tra i due governi per il controllo delle aree marittime è durata appena dieci giorni. Dopo l'accordo firmato ieri tra il governo ellenico e quello egiziano sui confini marittimi, il leader turco rompe la tregua: "Quell'intesa non ha alcun valore, avevo detto a Merkel che non ci si poteva fidare di Atene"

Lo stop alle ambizioni della Turchia sull’Egeo è durato esattamente dieci giorni. Dopo l’intervento della Cancelliera Angela Merkel per mediare con la Grecia, Ankara aveva annunciato la sospensione delle esplorazioni energetiche. Ma oggi il presidente Recep Tayyip Erdoğan torna sui suoi passi e, poche ore dopo l’annuncio di un nuovo accordo tra Grecia ed Egitto sui confini marittimi, rilancia le sue contestate esplorazioni che già avevano fatto salire la tensione intorno all’isola di Kastellorizo. “Abbiamo ripreso le attività di perforazione. Abbiamo inviato anche la (nave da ricerca sismica) Barbaros Hayrettin nell’area” perché i greci “non hanno mantenuto le promesse”, ha annunciato il Sultano.

Era il 28 luglio quando Ankara aveva promesso di fermarsi “per un po’ di tempo” per permettere l’avvio di negoziati “senza condizioni”. Ma Erdoğan ha ricordato di aver agito solo perché su “richiesta” di Angela Merkel e che nel frattempo erano stati avviati i lavori per la creazione di un gruppo di lavoro trilaterale con Atene e Berlino per cercare di risolvere le dispute. “Se si fida della Grecia – ha raccontato di aver detto a Merkel – ci fermiamo per 3-4 settimane. Ma io non mi fido. Vedrà che non mantengono le promesse”.

E così, a suo dire, è stato. La Turchia punta il dito contro l’intesa firmata ieri al Cairo: “Non ha alcun valore”, ha commentato secco Erdoğan, dopo che già il ministero degli Esteri aveva parlato di un patto che viola la piattaforma continentale turca. “Manteniamo con determinazione l’accordo marittimo che avevamo firmato con la Libia” a novembre. “Riteniamo inutile discutere di confini marittimi con coloro che non hanno alcun diritto sulle zone in questione”, ha continuato il leader dell’AkParti che sta cercando di portare dalla sua parte anche Malta, coinvolta nella partita delle commesse per la ricostruzione della Libia con il trilaterale di ieri a Tripoli insieme al premier del Governo di Accordo Nazionale riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Sarraj.