Il mancato ritrovamento del corpo del piccolo ha acceso nelle ultime ore il dubbio che non fosse con lei: le testimonianze che avevano raccontato che lei si fosse allontanata poco dopo il tamponamento col figlio in braccio sono infatti indirette. E al momento tutte le ipotesi restano aperte
Alla ricerca di Gioele. Per tutta la notte gli investigatori hanno cercato inutilmente il piccolo. Da quando ieri pomeriggio è stato ritrovato il cadavere di una donna, intorno alle 15, le tre unità cinofile dei Vigili del fuoco hanno iniziato a scandagliare la zona in cerca di Gioele Mondello, il figlio di 4 anni scomparso lunedì assieme alla madre, ritrovata ieri senza vita. La conferma che fosse Viviana Parisi è arrivata solo in serata quando gli uomini della scientifica hanno letto l’iscrizione incisa sulla fede, “Daniele e Viviana 2013”. Ma già da subito era chiaro che molti indizi portavano alla donna scomparsa col figlio nel Messinese da lunedì 3 agosto. Il corpo riverso a terra e in avanzato stato di decomposizione non permetteva un riconoscimento immediato, ma la descrizione combaciava: le sneaker bianche della adidas, il pantaloncino di jeans, infine anche una collanina avevano dato degli indizi chiari. In ogni caso sarà l’autopsia a fare chiarezza.
Le ipotesi sul piccolo Gioele – Più di 500 metri dall’autostrada, verso il mare e verso Messina, cioè in un punto affatto vicino alla galleria Pizzo Turda dove era stata vista l’ultima volta, la donna, e non ancora perlustrato: erano gli ultimi 20 ettari che restavano da perlustrare prima di rivalutare la necessità di continuare le ricerche. Ma c’era anche il figlio? Il mancato ritrovamento del corpo ha acceso nelle ultime ore la speranza, sottilissima, il dubbio che il piccolo Gioele non fosse con lei: le testimonianze che avevano raccontato che lei si fosse allontanata poco dopo il tamponamento col figlio in braccio sono infatti indirette. Gli operai che viaggiavano nel furgoncino che Viviana ha tamponato lunedì mattina sull’autostrada Messina – Palermo, poco prima di sparire, hanno raccontato quanto era stato loro riferito da altri. A vederli allontanarsi verso la piazzola di sosta fuori dalla galleria sarebbero state altre persone fermatesi sul luogo dopo l’incidente.
Persone che nonostante l’appello lanciato dalla procura lo scorso giovedì, non si sono ancora presentate agli inquirenti. A sostenere quel filo leggero di speranza anche la sosta di venti minuti a Sant’Agata di Militello: la donna che lunedì mattina aveva lasciato la casa di Venetico, poi imboccato l’autostrada – fin qui di sicuro col figlio – a Milazzo, ha fatto una deviazione a Sant’Agata di Militello. Ventidue minuti, dalle 10.30 alle 10.52, di vuoto. Un biglietto di mancato pagamento, ritrovato sul sedile della Opel corsa grigia di Viviana, poi di nuovo l’ingresso in autostrada, sempre in direzione Palermo. Cos’ha fatto in quei venti minuti? “Ogni ipotesi è aperta”, ha specificato ieri il capo della procura di Patti, Angelo Cavallo. Potrebbe essere andata a fare benzina, la macchina della donna ne era ben fornita al momento del tamponamento e da Tindari in poi non ci sono più autogrill fino a Palermo. Potrebbe invece essersi fermata lì per lasciare Gioele a qualcuno?
Dopo il riconoscimento gli interrogativi sono tanti. Tanti i dubbi: come il punto in cui è stato ritrovato il corpo, di certo non vicino al punto dell’incidente. Ma anche la postura del corpo: riverso verso terra, braccia allungate in alto, gambe divaricate e una delle due sneaker bianche della Adidas aggrovigliata nelle sterpaglie più in là. Sarà l’esito dell’autopsia del medico legale di Messina, Elvira Ventura, a dare ulteriori indicazioni. A rispondere alla domanda alla quale non ha voluto dare risposta ieri il procuratore: segni di violenza sul cadavere? “A questo per il momento preferisco non rispondere”. Al momento, dunque, “tutte le ipotesi restano aperte – ha ribadito ieri Cavallo – dal gesto estremo ad un incontro sfortunato”.
Le difficoltà – Di certo la dj torinese da qualche messe viveva uno stato di depressione. Questo hanno riferito i familiari, anche il padre di lei, Luigino Parisi, che nello sconforto dopo il riconoscimento del cadavere ha detto di non credere all’ipotesi del suicidio. Secondo il padre di Viviana qualcuno le avrebbe “fatto del male”. Mentre solo venerdì ai microfoni di Rai1, il marito, Daniele Mondello, si era detto convinto che la moglie dopo l’incidente avesse chiesto un passaggio. “Viviana è stata malissimo, questo è il problema”, aveva detto Mondello. E ha continuato: “È stata portata all’ospedale sia a Barcellona che a Messina. I nostri rapporti erano buoni, certo che erano buoni, buonissimi, come una famiglia normale. Facevamo tutto sempre assieme. È inutile cercare chissà che cosa – ha detto il giorno prima del ritrovamento del cadavere -. Tutto falso. Viviana era una mamma speciale. Lei era speciale con suo figlio”. Poi l’uomo ha voluto spiegare il tono del suo video messaggio, dopo le critiche ricevute su fb, in particolare per la frase in cui rivolgendosi a Viviana, dice “non ti succederà niente, né a te, né al bambino, né a me”. Una frase che Mondello ha spiegato così: “L’ho detto perché lei diceva sempre che aveva paura che succedeva qualcosa a suo figlio e a me”. Poi la certezza del passaggio in un’altra auto: “La conosco bene, d’istinto ha preso il bambino e si è allontanata, sicuramente ha fatto di tutto per fermare qualche macchina e andarsene, ma non era d’accordo con nessuno”.
Il rapporto col marito – Un rapporto sereno, quello tra Viviana e il marito. Questo ha detto Mondello. Una versione confermata sia dalla sorella di lui che dal padre di lei. Eppure nel paesino in cui i due vivevano la versione è un po’ diversa: “Lei era sempre più magra e più cupa, con la testa bassa. Camminava sempre dietro di lui, a metri di distanza. Non davano affatto l’impressione di una coppia affiatata ed è capitato litigassero in pubblico, per strada, come ad ogni coppia, per carità, ma non sembravano affatto sereni, né uniti”, racconta un vicino di casa, una persona nota nel piccolo paesino della costa messinese che preferisce restare anonimo. Mentre anche il capo dei Vigili urbani di Venetico parla di una coppia molto schiva: “Erano venuti ad abitare qui poco prima della gravidanza. Non avevano fatto amicizia con nessuno. Non avevano rapporti in paese. Si vedevano poco”.
La vita in Sicilia – Viviana era di Torino. Era andata a vivere in Sicilia dopo il matrimonio. Lei e Daniele avevano comprato una casa sulla statale di questo paesino sul mare, proprio a metà strada tra Messina e Milazzo. Entrambi dj di Hard Style, erano noti nella scena disco internazionale anche come produttori. Da poco avevano prodotto un brano assieme, “Next level”. E nella presentazione del brano è Viviana stessa a rivolgersi ai suoi fan parlando di Dio e di uno stato di difficoltà. “Stamattina mi sono alzata e ho scritto qualcosa, per fare un riepilogo di tutte le mie emozioni, di tutto quello che vorrei dire a mio figlio ora che ha 4 anni e inizia a capire qualcosa in più rispetto a qualche anno fa. Ho detto a Daniele che lo avrei raggiunto, abbiamo fatto colazione. Io e Gioele siamo scesi cinque minuti fa. Prima di collegarci con una diretta”, così Express Viviana, il suo nome d’arte, si è rivolta al suo pubblico lo scorso 9 luglio. “Buongiorno al mio dolce bambino, buongiorno a tutti i nostri amici, buongiorno a te, amore – continuava Viviana nel video, leggendo quel che aveva scritto – Buongiorno a te caro e amato studio. Ma prima di tutto buongiorno a te Dio… ci sono momenti in cui ci smarriamo, in cui abbiamo bisogno di restare un po’ soli, la solitudine è anche un modo di crescere e meditare, fa funzionare il nostro cervello”.
Appena un mese fa, Viviana sembrava sperare in una ripresa. Poi il 3 agosto ha imboccato l’autostrada. Secondo il marito quella mattina dopo avere cucinato il sugo, aveva avvertito che stava per andare a Milazzo a comprare al figlio un paio di scarpe in un centro commerciale. Di sicuro a Milazzo col piccolo entra in autostrada (da Venetico Milazzo il percorso è breve e lo fa sulla strada statale) per poi dirigersi verso Palermo. L’interruzione a Sant’Agata. Poi di nuovo in autostrada alle 10.52. Pochi minuti dopo il tamponamento all’altezza di Caronia. Viviana, guidando, urta un furgone, poi sbanda contro il guard rail. Scende dalla macchina, forse col piccolo, forse sola, e sparisce. Da quel momento scatteranno le ricerche. Sei giorni dopo verrà trovata. Il corpo in stato avanzato di deterioramento. Sono stati sei giorni molto caldi, e l’ipotesi immediata è che sia morta subito, proprio quel maledetto lunedì in cui il marito dopo l’ora di pranzo ha dato l’allarme. Le ricerche coordinate dai Vigili del fuoco avevano scandagliato già 480 ettari, con droni, elicotteri, unità cinofile, con l’aiuto della protezione civile e della forestale. Restavano gli ultimi venti ettari prima di fermarsi e rivalutare le ipotesi, l’opportunità di continuare le ricerche. Ormai convinti che Viviana non fosse lì, hanno scandagliato l’ultima zona. Fin quando tra i rovi, in una fitta boscaglia, l’hanno trovata, riversa e senza vita. E l’angoscia per il piccolo è cresciuta.