L’industria non dorme mai e lo sviluppo tecnologico si spinge costantemente in avanti. Così, quando ancora le reti mobili 5G non sono una realtà consolidata nelle nostre vite quotidiane, molte aziende e molti Stati pensano già allo sviluppo del prossimo standard, il 6G. Se infatti il 5G è la premessa fondamentale per lo sviluppo di nuovi settori e servizi come auto connesse, smart city e internet delle cose, il 6G sarà indispensabile affinché quei servizi diventino disponibili a tutti penetrando in profondità. Non meraviglia allora più di tanto se, qualche giorno fa, la testata Business Korea ha dato notizia della volontà da parte della Corea del Sud, di avviare il primo progetto pilota nel 2026, in modo che i primi servizi possano essere commercializzati già a partire dal 2028, con due anni di anticipo sulla roadmap prevista, che vedeva nel 2030 il termine massimo per l’implementazione delle reti next-gen.
“Il primo ministro Chung Se-kyun ha finalizzato la strategia del governo per promuovere la ricerca e lo sviluppo per le future telecomunicazioni mobili in una riunione dei ministri della scienza e della tecnologia, il 6 agosto”, si legge su Businness Korea. “La strategia consiste nello sviluppo preventivo delle tecnologie di prossima generazione, garantendo standard e alto valore- in aggiunta a brevetti e creazione di fondamenta per la ricerca e lo sviluppo e l’industria. Per attuare questo piano, il governo investirà 200 miliardi di won (pari a circa 143 milioni di euro, NdR) per cinque anni a partire dal 2021, per garantire lo sviluppo di base della tecnologia 6G”.
Il progetto di governo prevede l’ottenimento di dieci obiettivi chiave in sei diverse aree strategiche, al fine di proteggere gli investimenti in una tecnologia considerata, a ragione, come cruciale per il prossimo decennio, mirando a raggiungere prestazioni elevatissime, si parla di una velocità di trasmissione dati di 1 terabyte al secondo, cinque volte quella offerta dagli attuali servizi mobili 5G, con riduzione della latenza ad appena 0,1 ms per i servizi wireless e 5 ms o inferiore per i servizi cablati. I servizi 6G inoltre dovrebbero essere resi disponibili fino a 10 km dal suolo, risultando così fruibili ad esempio anche nello spazio areo civile.
Una volta che questi traguardi saranno stati raggiunti partirà il progetto pilota vero e proprio per aggiornare la rete di telecomunicazioni esistente al 6G a partire dal 2026. Il governo sudcoreano, stando a quanto raccontato da Business Korea, avrebbe selezionato cinque aree principali per il progetto pilota: assistenza sanitaria digitale e chirurgia da remoto, contenuti immersivi come riunioni tramite ologrammi, auto a guida autonoma e volanti, trasporti intelligenti senza ingorghi dovuti al traffico e fabbriche intelligenti.
La corsa al 6G insomma è già iniziata e non stupisce, perché chi avrà più brevetti nel settore avrà più ricavi commerciali e un ruolo chiave nello sviluppo tecnologico futuro. Oltre alla Corea del Sud infatti hanno già cominciato a lavorare sul nuovo standard di rete anche a Cina e il Giappone.