Il primo gol è firmato Nicolò Barella, con il raddoppio, 6 minuti dopo, di Romelu Lukaku. Un doppio vantaggio che dura solo 3 minuti perché Kai Harvetz accorcia subito le distanze. Poi i nerazzurri sprecano e nel finale soffrono i tedeschi, ma i nervi restano saldi fino al fischio finale
Passa l’Inter a Düsseldorf: gli uomini di Conte superano il Bayer Leverkusen e arrivano in semifinale di Europa League. Un traguardo che sposta decisamente verso l’alto il giudizio complessivo sulla stagione di Lukaku e compagni.
I nerazzurri costruiti con l’obiettivo di tornare a primeggiare, a partire dalla panchina fino alle ambiziose campagne acquisti estiva e invernale (checché la stessa panchina ne dica), in campionato non hanno mai o quasi mai dato l’idea di poter insidiare la Juve. E dunque, arrivare tra le prime quattro in Europa League rende decisamente positiva la stagione e naturalmente il giudizio finale potrebbe subire un ulteriore revisione al rialzo se arriverà un piazzamento ancora migliore.
Per quanto attiene alla serata oltre al risultato è positiva anche anche la prestazione : il Leverkusen è formazione capace di grandi imprese, ma anche di figuracce e stasera, fenomenino Havertz permettendo, le Aspirine parevano decisamente scese in campo in quest’ultima versione. O almeno: insidiose in avanti e pessime dietro, in particolare all’inizio hanno lasciato praterie all’Inter. I nerazzurri, dopo aver sfiorato il gol, sono andati in vantaggio con un bel destro di Barella da fuori area per poi raddoppiare con un Lukaku sublime: il suo sinistro leggero leggero spalle alla porta con la difesa addosso sarebbe un manifesto della “centravantitudine”, Crusca permettendo.
Certo alcuni limiti interisti permangono: il gol del 2 a 1, al netto della pregevolezza calcistica di Harvetz, arriva da un calo di attenzione dei nerazzurri che dopo aver rischiato di andare meritatamente sul 4 a 0 regalano 20 minuti al Leverkusen, per fortuna infruttuosi, chiudendo il primo tempo in vantaggio.
In apertura del secondo, dopo aver sprecato altre occasioni abbastanza nette, gli uomini di Conte cambiano volto con Eriksen e Sanchez, ancora una volta partiti dalla panchina, e lascia l’iniziativa ai tedeschi per ripartire in contropiede. Soffrono i nerazzurri con Sanchez che si fa male ma stringe i denti, mentre il Var nega, giustamente, un rigore nel finale dopo averne annullato un altro nel primo tempo, ma alla fine gli uomini di Conte mantengono i nervi saldi fino al fischio finale.
È una vittoria importante che mette alle spalle le polemiche degli ultimi giorni: quella nerazzurra è una società giovane ma che ha dato ampie garanzie sulla voglia di fare sul serio e dopo il secondo posto in campionato resta l’unica squadra italiana con l’Atalanta ancora in corsa in Europa.
E mentre per i bergamaschi le final eight di Champions sono un traguardo inaspettato e tutto ciò che verrà è da prendere come un risultato storico, per l’Inter il discorso si fa molto, molto interessante. Con avversarie alla portata, l’ambizione di rimpinguare la bacheca non è utopia: è stata l’ultima italiana a vincere in Europa, chissà che non tocchi a loro inaugurare un nuovo corso.