“Vado avanti, non lascio la tavola apparecchiata a quelli di prima”. Virginia Raggi si ricandida per il secondo mandato da sindaca di Roma. A sorpresa, la prima cittadina capitolina ha comunicato questa sera ai suoi consiglieri, durante una riunione di maggioranza in videoconferenza, la sua “intenzione” di correre di nuovo per il Campidoglio alle elezioni comunali del 2021. Un annuncio che era nell’aria, ma per il quale si attendeva – probabilmente – la decisione dei vertici nazionali del Movimento 5 Stelle, che in autunno avrebbero dovuto affrontare il dibattito sulla deroga al secondo mandato per alcuni o per tutti i propri eletti. E invece, stando a quanto riferiscono a ilfattoquotidiano.it i collaboratori stretti della sindaca, si tratterebbe proprio di un modo per “mettere pressione” al capo politico Vito Crimi.
Pur non sciogliendo mai la riserva, la titolare di Palazzo Senatorio, nelle scorse settimane aveva via via incassato messaggi di stima quasi unanimi da tutto il gotha pentastellato, dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, all’ex parlamentare Alessandro Di Battista, arrivando addirittura a raccogliere l’endorsement della sua storica rivale nella Capitale, la deputata Roberta Lombardi. “Faccio questa scelta per il bene di Roma e dei romani”, ha spiegato la sindaca. Una frase non casuale. Negli ultimi giorni si rincorrevano voci di un possibile pressing del Pd di Nicola Zingaretti nei confronti del M5s, con l’obiettivo di trovare un nome alternativo che riproponesse lo schema nazionale anche per il Campidoglio “per evitare di favorire le destre”. Tra i democratici arriva il commento del vicesegretario Andrea Orlando: “La Raggi ha annunciato la sua ricandidatura promuovendo il suo operato. Nulla di personale ma noi diamo un altro giudizio. Roma merita di più e qualcosa di molto diverso da questi anni. Per questo il Pd lavora per costruire un progetto alternativo“, ha scritto su Twitter.
A questo punto la palla passa al M5s nazionale. Il capo politico – che in un’intervista di maggio a Il Fatto Quotidiano aveva dato anche il suo personale via libera all’operazione – dovrà proporre un referendum sulla piattaforma Rousseau per ratificare la scelta di Raggi. E che sdoganerebbe almeno le posizioni di altri sindaci in scadenza, fra cui quella della torinese Chiara Appendino. In ogni caso Raggi, a quanto si apprende, correrà ugualmente per il Campidoglio. Nulla, infatti, vieterebbe alla sindaca uscente di ricandidarsi con una lista civica. In realtà, secondo le nuove regole introdotte dal cosiddetto “mandato zero”, una ipotetica lista Raggi potrebbe addirittura essere appoggiata all’esterno dai pentastellati. Ma è evidente che quella scelta non avrebbe la stessa forza.
L’annuncio agostano determina anche un altro effetto: quello di permettere a Virginia Raggi di lanciare la volata per il rush finale totalmente in solitaria (oltre che da “padrona di casa”). Il dibattito interno al Partito democratico per il nome del “big” da schierare è totalmente fermo – per ora ci sono i gentili rifiuti di Dario Franceschini ed Enrico Letta – e gli attuali aspiranti candidati sono esponenti locali come i presidenti di municipio Sabrina Alfonsi, Giovanni Caudo e Tobia Zevi. Vuoto totale anche nel centrodestra, dove Giorgia Meloni si è già più volte chiamata fuori dalla corsa, la Lega non ha nomi da proporre e si sta ragionando su un candidato civico proveniente dalle categorie delle attività produttive.