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“Tutto il suo cervello era stato attaccato da una malattia mortale, era disintegrato”: la vedova di Robin Williams rompe il silenzio

La vedova Susan Schneider Williams ha rotto il silenzio sul suicidio del marito all'interno di “Robin's Wish”, un docu-film disponibile on-demand da settembre che racconterà gli ultimi giorni di vita dell'attore

“Mio marito stava combattendo contro una malattia mortale. Tutte le zone del suo cervello erano state attaccate dalla malattia. Un’esperienza che lo ha totalmente disintegrato”. A sei anni dalla morte di Robin Williams, ecco la verità sulla morte dell’attore. La vedova Susan Schneider Williams ha rotto il silenzio sul suicidio del marito all’interno di “Robin’s Wish”, un docu-film disponibile on-demand da settembre che racconterà gli ultimi giorni di vita dell’attore. “Per troppe persone è stato difficile capire perché Robin se ne sia andato. Quando qualcuno si toglie la vita, c’è sempre qualcosa di più e questo film è quel qualcosa in più”, ha raccontato Susan, che lo aveva sposato nel 2011 ed era la sua terza moglie.

Era l’11 agosto del 2014 quando l’attore, 63enne, ha deciso di togliersi la vita nella sua casa di San Francisco Bay. Ufficialmente la morte è avvenuta per “asfissia per impiccagione”, ma l’esame tossicologico aveva messo in evidenza la presenza di antidepressivi, caffeina e di un farmaco utilizzato per il trattamento del morbo di Parkinson. Eppure, nonostante gli fosse stato diagnosticato proprio il Parkinson, Robin Williams soffriva di un’altra malattia: la demenza a corpi di Lewy, un male neurodegenerativo che attacca il cervello. “La demenza a corpi di Lewy è una patologia devastante che aumenta ansia insicurezza e scatena delusioni”, ha spiegato nel trailer del film il dottor Bruce Miller, che è un famoso neurologo conosciuto in tutto il mondo.

Il racconto della moglie è straziante: “La sua andatura era lenta e claudicante. A volte non riusciva a muoversi e, quando ne usciva, era frustato. La cosa peggiore era quando si bloccava mentre parlava, perché non riusciva a trovare le parole. Aveva problemi di vista, non riusciva a valutare né la distanza, né la profondità. Era sempre confuso, poi gli hanno diagnosticato la malattia. Lo sapeva, era cosciente del brutto male che aveva, ma cercava sempre di controllarsi. L’ultimo mese, non ce la faceva più ed è così che è arrivata la caduta finale”. Proprio sul set del suo ultimo film, “Notte al museo – Il segreto del faraone”, Williams aveva confidato ai suoi collaboratori di non sentirsi più lo stesso. “Sul set era chiaro a tutti che a Robin stava succedendo qualcosa e ricordo che un giorno mi disse “non so cosa mi stia succedendo, non sono più io””, ha raccontato il regista Shawn Levy all’interno del documentario.