Scuola

Cara Azzolina, la scuola è noiosa: non insegna quel che serve sapere

Il numero dei contagi da Covid sta crescendo perché una buona parte degli italiani è incapace di capire che il Coronavirus esiste veramente. Mancano a queste persone gli strumenti culturali elementari per valutare la realtà. E anche la voglia di farlo.

I bambini sono curiosi per natura e si pongono mille domande affascinanti. La scuola invece di sfruttare questa naturale sete di sapere, li bombarda di nozioni per lo più poco utili, raccontate in modo estremamente palloso.

Il risultato è quello di indurre una coriacea diffidenza verso la scienza e tutto l’umano sapere. Ascoltare un ministro dire: “La cultura non si mangia” è la prova lampante che qualche cosa non funziona nel sistema scolastico. E il fatto che dopo questa dichiarazione il ministro non sia stato deriso fino a costringerlo alle dimissioni è la prova che questa disfunzione scolastica è grave.

Grazie alla cattiva qualità dei programmi scolastici troppi studenti sviluppano una straordinaria capacità di chiudere il cervello appena si parla di questioni scientifiche, maturando l’idea che tutto quel che si dice sull’universo sia una sonora stronzata, frutto di un complotto planetario di secchioni che non sono capaci di fare un cazzo e quindi si inventano teorie assurde per far soldi, tipo che la terra è a forma di palla. Senza spiegare peraltro come mai quelli che stanno di sotto a testa in giù, non cascano in cielo.

Per fortuna ci sono delle eccezioni: esistono insegnanti straordinari che riescono ad appassionare gli allievi, ma lo fanno a loro rischio e pericolo, infischiandosene dei programmi ministeriali ed esponendosi così a provvedimenti amministrativi punitivi; invece dovrebbero essere premiati proprio perché si rifiutano di seguire i programmi ministeriali che, diciamolo, sono una schifezza. Sarebbe il caso che Lei, gentile Ministro, prendesse la questione in seria considerazione.

Mi spiego meglio.

La nascita di mia figlia Jaele è stata traumatica. Il parto è avvenuto nell’ospedale pubblico di Poggibonsi, una delle poche strutture che 23 anni fa permetteva di partorire in modo naturale. Mi trovai così seduto per terra a fare da spalliera a Eleonora che era seduta sopra uno sgabellino alto una ventina di centimetri. L’ostetrica, una santa, era semisdraiata per terra tra le gambe di Eleonora e cercava di far uscire la piccola. Il parto naturale funziona così: la madre si mette nella posizione che preferisce e l’ostetrica si adatta. Tutto viene fatto in modo da assecondare la natura.

Fattostà che ad un certo punto, finalmente, dal mio punto di osservazione, dietro la spalla di Eleonora, vedo sbucare la testolina della mia creatura. A questo punto mi prende un colpo, un dolore tremendo, perché mi rendo conto che mia figlia è deforme: ha la testa a forma di cono, allungata in modo spaventoso. Attonito riesco solo a immaginare il possibile destino di una bimba con la testa drammaticamente a cono; e penso a una possibile soluzione del problema. Penso alla possibilità di agire sui capelli per rendere meno visibile il problema; e così penso: “La cotoneremo”.

Nonostante io abbia frequentato per 13 anni le scuole patrie NESSUNO aveva reputato interessante e utile dirmi che a volte succede e che il cranio dei neonati è flessibile in maniera allucinante e che nel giro di qualche minuto la testa ritorna a essere abbastanza tondeggiante.

Esci dalla scuola e non sai le cose essenziali.

Non sai che gli antibiotici servono per sterminare i batteri ma non fanno nulla ai virus, che vanno presi con parsimonia e che quando li prendi DEVI completare il ciclo come da ricetta medica, se ti prescrivono 6 giorni di cura e tu la interrompi al quinto giorno è un disastro.

Ma molti non lo sanno e così in Italia abbiamo un record mondiale per le malattie provocate da uso eccessivo e scorretto degli antibiotici; cioè abbiamo allevato noi super batteri che sono diventati insensibili alle cure perché li abbiamo “vaccinati” con cicli di antibiotici non sufficienti ad ammazzarli tutti. E ci muore un mucchio di persone; migliaia per intenderci…

E che dire sul fatto che ancora oggi l’educazione sessuale si faccia parlando di farfalle e che niente si dica sulla contraccezione con conseguente record di aborti tra le giovanissime.

Ma neanche delle questioni terra a terra si parla mai. È raro che un lavoratore sappia leggere la sua busta paga, abbia idea del meccanismo delle pensioni o capisca quanto paga di interesse bancario. Ma anche capire quale contratto telefonico convenga di più non è alla portata di tutti.

E credo che sarebbe interessante sapere come denunciare un reato e quali comportamenti sono puniti dalla legge. Credo che solleticherebbe la curiosità dei giovani scoprire che nel nostro bel paese non è possibile andare in galera per truffa, neanche se ti sforzi.

E chissà lo stupore se scoprissero che per insider trading negli Usa ti fai anche 9 anni di galera mentre in Italia ti danno un buffetto e ti dicono che sei stato cattivo, cattivo, cattivo. Ma la maggioranza degli italiani non sa neanche cosa sia l’insider trading, una forma di rapina molto raffinata.

E bisognerebbe anche spiegare loro perché uno che ammazza a bastonate una guardia giurata poi può uscire di prigione per festeggiare il suo compleanno.

Signora ministro, avremmo grandi vantaggi se portassimo un po’ di vita quotidiana nelle scuole.

Ma questo è solo un aspetto del problema. Le scriverò ancora per raccontarle delle meraviglie della scienza che a scuola non raccontano (Dio solo sa perché) e di quanto sarebbe importante per i giovani sapere che viviamo dentro un miracolo pazzesco, a volte totalmente assurdo e incomprensibile. Da anni porto nelle scuole uno spettacolo che racconta di questa grandiosità e non ho mai dovuto richiamare gli studenti al silenzio.