Il nuovo aumento dei casi in Grecia fa scattare l’allerta del Paese che ha già annunciato nuove restrizioni per evitare il diffondersi dell’epidemia che potrebbe trovare terreno fertile anche nell’afflusso di turisti per le vacanze estive. Atene è riuscita a contenere la diffusione del virus, dato che ha fatto registrare appena 5.749 casi totali (dati dell’11 agosto) e 211 decessi, ma l’inversione della curva ha messo subito in allarme istituzioni ed esperti: “Possiamo dire che la Grecia è entrata formalmente in una seconda ondata di epidemia. Questo è il punto in cui potremmo vincere o perdere la battaglia “, ha detto Gkikas Magiorkinis, assistente professore di epidemiologia all’università di Atene e nel team di esperti consiglieri del governo.
La maggioranza dei casi non è stata registrata però sulle isole, dove si concentrano i flussi turistici verso la Repubblica Ellenica, bensì al nord, specialmente nell’area urbana di Salonicco, mentre al sud la zona più colpita è quella della capitale. Questo perché la maggioranza dei casi importati dall’estero proviene dai Balcani, soprattutto Romania e Serbia, mentre sono pochi i casi di turisti tornati a casa dal Paese che hanno poi manifestato i sintomi del Covid, come nel caso dei cinque 19enni salentini.
Questo non ha impedito alle autorità di correre ai ripari. Così, il 10 agosto, il governo ha imposto nuove direttive, tra cui, dal 17 agosto, l’obbligo di presentare un test molecolare (Pcr) negativo effettuato 72 ore prima dell’arrivo per tutti coloro che provengono da Svezia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Repubblica Ceca. Stessa cosa per chi entra dalla Bulgaria, compresi cittadini greci di ritorno dall’estero.
Inoltre, saranno sospesi tutti gli eventi, inclusi spettacoli e concerti, in cui i partecipanti devono partecipare in piedi, senza che si possa garantire un adeguato distanziamento. Provvedimento che vale su tutto il territorio nazionale e che quindi metterà un freno alla movida sulle isole greche. Inoltre, dall’11 al 23 agosto, tutte le strutture del settore della ristorazione dovranno chiudere dalle 24:00 alle 7:00 del mattino a Creta, in Macedonia orientale, Tracia, Salonicco, Calcidica, Larissa, Corfù, Mykonos, Paros, Santorini, Volos, Katerini, Rodi, Antiparos, Zakynthos e Kos.
Secondo Magiorkinis, il virus avrà un’impennata di 350 casi al giorno se il “consistente aumento” continuerà senza sosta. “A meno che non ci sia un cambiamento nella tendenza che stiamo vedendo, è probabile che saranno proposte diverse misure sulla falsariga che abbiamo visto a Poros“, ha detto riferendosi alla piccola isola greca situata nella zona meridionale dove nuovo picco di contagi alla fine della scorsa settimana ha spinto le autorità ad annunciare restrizioni severe che includono la chiusura di club, bar e ristoranti dalle 23.