Il presidente assicura che il farmaco - chiamato come il primo satellite artificiale terrestre lanciato nel 1957 - è "efficace", ma gli scienziati, inclusi quelli russi, sono perplessi. Il Cremlino spiega che le vaccinazioni su larga scala partiranno a gennaio e che 20 Paesi nel mondo hanno già fatto richiesta di un miliardo di dosi. Usa critici: "L'obiettivo è un vaccino sicuro"
“Stamattina per la prima volta al mondo è stato registrato un vaccino contro la nuova infezione da coronavirus“. Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato così il via libera del ministero della Sanità al primo farmaco contro il Covid, che a sua figlia è già stato somministrato. Si chiamerà Sputnik V per analogia con il lancio del primo satellite artificiale terrestre nel 1957. “Lo Sputnik-1 – si legge sul sito dedicato al vaccino – ha intensificato la ricerca spaziale in tutto il mondo. Il nuovo vaccino russo contro il Covid-19 ha creato un ‘momento Sputnik’ per la comunità mondiale. Dunque il vaccino è stato chiamato Sputnik V”. Sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca, ha iniziato la fase 3 dei test clinici – che normalmente dura mesi e coinvolgono migliaia di persone – soltanto la scorsa settimana, motivo per cui suscita molto scetticismo all’interno della comunità scientifica, perplessa dalla volontà di Mosca di volerlo registrare prima della fine della sperimentazione.
Oms: “Serve rigorosa revisione”. Scetticismo dagli Usa alla Germania – Il vice primo ministro Tatyana Golikova ha spiegato che la vaccinazione dei medici – i primi a cui sarà somministrato il farmaco insieme a operatori sanitari, insegnanti e altri gruppi a rischio – potrebbe iniziare già questo mese e il registro del Ministero della Sanità parla della diffusione su larga scala a partire da gennaio 2021. Mosca non ha però reso disponibili le evidenze scientifiche sul farmaco, dunque gli esperti non sono in grado di confermarne né la sicurezza né l’efficacia dichiarata dal Cremlino. Un punto su cui interviene l’Organizzazione mondiale della Sanità che, pur dichiarando di essere “in stretto contatto con le autorità sanitarie russe e sono in corso discussioni in merito alla possibile prequalificazione del vaccino da parte dell’Oms”, puntualizza che “la prequalificazione di qualsiasi vaccino include la rigorosa revisione e valutazione di tutti i dati di sicurezza ed efficacia richiesti”.
Stoccata al Cremlino anche da parte dell’Associazione delle organizzazioni per i trial clinici della Russia secondo cui “l’approvazione accelerata non renderà la Russia leader nella corsa” ai vaccini contro il Covid-19, ma “esporrà soltanto i consumatori del vaccino a un pericolo non necessario”. L’associazione ha dunque chiesto al governo di rinviare il via all’uso del vaccino fino a quando non saranno stati condotti e conclusi trial di tipo avanzato che saranno avviati mercoledì. E anche per il ministro della sanità americano, Alex Azar, “il punto è avere un vaccino sicuro per gli americani e per il mondo, non essere i primi”. Negli Usa intanto c’è “cauto ottimismo” per lo sviluppo del vaccino realizzato da Moderna Inc e dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Perplessità anche del governo tedesco che esprime dubbi sulla “qualità, l’efficacia e l’assenza di rischio” del vaccino russo. “L’autorizzazione di un vaccino in Europa richiede sufficienti conoscenze di test clinici per provare l’efficacia e l’assenza di rischio oltre alla prova della qualità farmaceutica” ha detto una portavoce del dicastero della Salute.
Putin: “La vaccinazione sia volontaria” – Parlando a una riunione del governo oggi, Putin ha riferito che il vaccino è stato sottoposto ai test necessari e si è dimostrato efficace, offrendo un’immunità duratura dal coronavirus. Quanto alla somministrazione alla figlia, il presidente ha detto che dopo la prima dose ha avuto la febbre a 38, che il giorno dopo è scesa poco sopra i 37 gradi. “Poi, dopo la seconda dose, ha avuto di nuovo una leggera febbre, e dopo tutto tutto era a posto, si sente bene e ha un alto numero di anticorpi“. Ha poi aggiunto che la vaccinazione deve essere effettuata “a condizioni assolutamente volontarie” in modo che tutti coloro che lo desiderano possano “sfruttare le conquiste degli scienziati russi” e si aspetta poi che la Russia inizi la produzione di massa “nel prossimo futuro”. “So che altre istituti stanno lavorando su vaccini simili in Russia. Auguro successo a tutti gli specialisti. Dovremmo essere grati a coloro che hanno fatto questo primo passo estremamente importante per il nostro Paese e per il mondo intero”, ha concluso.
Le richieste da 20 Paesi – Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per investimenti diretti, ha dichiarato che la Russia ha già ricevuto richieste per la produzione di un miliardo di dosi di vaccino contro il Covid-19 dell’istituto di ricerca su epidemiologia e microbiologia Gamaleya da 20 nazioni, soprattutto da America latina, Medioriente e Asia, per la produzione di 1 miliardo di dosi. “Siamo pronti a garantire la produzione di oltre 500 milioni di dosi con i nostri partner stranieri in cinque Paesi e intendiamo aumentare ulteriormente la capacità di produzione”, ha detto Dmitriev, aggiungendo che il terzo stadio di trial clinici del vaccino contro il Covid-19 avverrà all’estero, in particolare in Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Filippine e forse Brasile, e coinvolgeranno “varie migliaia di persone”. Nel frattempo, il vaccino sarà fornito a decine di migliaia di persone che si candideranno volontariamente.
Galli: “Riserve fino a quando non avremo evidenze” – Anche Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, esprime perplessità: “Finché non avremo dati confermati si tratta solo di un annuncio giornalistico. Sarebbe bellissimo se fosse vero, ma devo esprimere delle riserve fino a quando non avremo evidenze”. “Sarebbe una notizia fantastica – dice Galli all’Adnkronos Salute – ma è difficile visto che le modalità e le caratteristiche per l’approntamento di un vaccino sono diverse da queste, a meno che non siano stati resi noti tutti i dati necessari precedenti, sulla sicurezza e l’efficacia, di cui non ho notizia”. “Per arrivare a questo risultato – precisa Galli – si passa per una serie di fasi, almeno nei Paesi in cui si rispettano i trattati internazionali sulla sperimentazione, validazione e valutazione della tossicità potenziale di farmaci e vaccini”.