Quattro diversi scenari, basati sulle oscillazioni dell’indice di contagio Rt, per affrontare l’autunno. E le relative azioni da intraprendere, caso per caso, dall’approvvigionamento di ventilatori all’aumento di personale sanitario. Il ministero della Salute e l’Iss hanno messo a punto un piano d’azione nell’eventualità di un nuovo aumento dei casi, pubblicato sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e poi diffuso con una circolare alle Regioni, agli altri ministeri e a diverse istituzioni, per prepararsi ad affrontare un’eventuale risalita dei contagi.
Lo scopo del documento è quello di “verificare, e se necessario rafforzare, lo stato di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni“. Il piano, si legge, ruota attorno all’organizzazione delle strutture sanitarie, ai posti letto, agli accessi in ospedale fino alla medicina del territorio. E contiene anche una ‘checklist’ per le regioni, strumento utile per valutare “il livello di preparazione dei sistemi sanitari al fine di poter fronteggiare in modo ottimale un eventuale aumento di nuove infezioni”. I requisiti richiesti riguardano tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, dalla rete ospedaliera (che ad esempio dovrebbe avere percorsi dedicati nei Pronto Soccorso per i casi sospetti) fino alla medicina territoriale. Ad esempio, il piano prevede che le Rsa abbiano un “sistema di sorveglianza e monitoraggio epidemiologico e clinico” per l’individuazione tempestiva dei positivi tra ospiti e operatori.
Nel documento sono elencati quattro diversi possibili scenari per l’epidemia in corso e per ogni scenario sono previste diverse azioni. Ci sono alcune variabili: l’indice di contagi, l’impatto della riapertura delle scuole, l’efficacia dei sistemi di controllo e infine la facilità con cui la popolazione sarà disposta a seguire le norme di comportamento. In base a questi fattori, ecco gli scenari nel dettaglio.
Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi – Il primo scenario prevede Rt regionali sopra soglia per periodi limitati (cioé meno di un mese) e bassa incidenza. Sostanzialmente è lo scenario attuale, nel caso in cui la trasmissibilità non aumenti sistematicamente da qui alla fine dell’estate e le scuole abbiano un impatto contenuto sui contagi e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici.
Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario – Scenario che si verificherà se i valori di Rt regionali saranno sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25. Questo nel caso in cui non si riesca a tenere completamente traccia dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici, ma si riesca comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione del virus con le misure di contenimento straordinarie già utilizzate con successo nelle prime fasi.
Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario – Se i con valori di Rt regionali saranno stabilmente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5 si apre un terzo scenario, in cui si riesce a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione del virus. Questo comporterà un’incidenza elevata, la mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione fino agli iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica. In questo caso è previsto un aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri di area critica e area non critica.
Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario – Lo scenario peggiore prevede valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 per almeno un mese. Anche se una epidemia con queste caratteristiche porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati, uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a un numero di casi elevato e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. A questo proposito, verranno valutate le misure già adottate con successo nella fase più intensa dell’epidemia proporzionate alla gravità della situazione. Tra le contromisure elencate nel documento, c’è il “trasferimento interregionale dei pazienti” e l’”adattamento a scopo di ricovero di strutture che in ordinario non sono adibite a tale utilizzo”.