Una sentenza del 1996 della Corte di Appello di Venezia dice che dei 3.404 metri cubi esistenti dell'edificio soltanto 1.570 sono regolarmente autorizzati. Nel 2018 il Tar di Trento lo ribadisce. L’interpretazione degli avvocati dell'amministrazione di Nago-Torbole è che però non ha di fatto annullato la concessione edilizia del 1973: per la ditta 3V srl arriva il via libera. Lo società spiega: "E' stato effettuato un ricalcolo volumetrico che ha sostanzialmente confermato l’esistente e da cui è derivato il nuovo permesso a costruire”. Bonelli (Verdi): "Perché con le sentenze non si è provveduto alla demolizione?"
Un ex hotel vista lago realizzato per metà abusivamente. Doveva essere abbattuto, invece è in corso di ristrutturazione: i prestigiosi appartamenti in costruzione saranno venduti a quasi 10mila euro al metro quadrato. Siamo a Nago-Torbole, provincia di Trento, cittadina di appena 2.840 abitanti che si trova proprio sulla punta all’estremo nord del Lago di Garda: qui Dante Alighieri scrisse alcuni passi della Divina Commedia, mentre Wolfgang Goethe nel 1786 ne annotò la bellezza sui suoi diari. Meta di tantissimi turisti tedeschi, complici della ricchezza del Paese e della vicina Riva del Garda.
A Nago-Torbole dalla fine degli anni ’60 sorge il compendio di alberghi Pineta-Panorama. L’edificio in questione oggi è di proprietà della società 3V srl, che ha già messo su internet il rendering dei loft e li sta vendendo su progetto. Il problema è che sull’immobile grava un’annosa partita giudiziaria, ancora in corso. Secondo una sentenza del 1996 – la n. 730 della Corte di Appello di Venezia – dei 3.404 metri cubi esistenti soltanto 1.570 sono regolarmente autorizzati (poco meno della metà). La specifica è stata ribadita nel 2018 anche dal Tar di Trento (sentenza n. 125). Il presunto abuso, a leggere le sentenze, sarebbe figlio di un ampliamento avvenuto all’inizio degli anni ’70, quando l’allora proprietario sconfinò nel terreno affianco, il cui intestatario fece i dovuti ricorsi senza mai ottenere, nei fatti, il ripristino della legalità.
Anzi. L’interpretazione degli avvocati del comune di Nago-Torbole è che la sentenza del Tar non ha mai di fatto annullato la concessione edilizia del 1973 con la quale veniva autorizzata la volumetria, pur riconoscendone le problematiche dal punto di vista della regolarità. E per questo, secondo l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Morandi – solo omonimo del cantante bolognese – l’organo politico non può inserirsi nella vicenda. Lo hanno fatto i tecnici, invece. Il 20 dicembre 2018, la commissione edilizia comunale (Cec) di Nago Torbole ha rilasciato un nuovo permesso a costruire in favore della ditta 3V srl, sulla base di un nuovo calcolo volumetrico secondo il quale le difformità riscontrate “non erano superiori al 2%”.
La cosa ha fatto arrabbiare i consiglieri comunali di opposizione Johnny Perugini ed Eraldo Tonelli, che accusano l’amministrazione di aver prodotto dei titoli edilizi “inattendibili”, in quanto mancanti del timbro del Comune ma “di quello della sola “commissione comprensoriale Tutela del Paesaggio che all’epoca non verificava la legittimità dei volumi, ma esclusivamente la compatibilità ambientale del progetto”. “Perché non si è dato seguito alle sentenze dei tribunali e non si è provveduto ad emanare ordinanza di demolizione?”, si chiede Angelo Bonelli, esponente di spicco dei Verdi: “È una vicenda sulla quale procura e governo devono fare immediatamente chiarezza”.
Rigetta le accuse il sindaco Morandi che, contattato da ilfattoquotidiano.it, precisa: “È una vicenda amministrativa, non politica – spiega – L’abusivismo lo fa la concessione edilizia, che ricalca lo stato attuale dei siti. Non si può parlare di abusi se la concessione degli anni ’70 non sarà annullata”. Non solo, i ricorrenti pare abbiano firmato un accordo civile con il quale accettano la situazione attuale: “La concessione del 1973 è sbagliata? Forse sì, forse no, il tribunale amministrativo non lo dice. E non si può annullare se neanche il Tar l’ha fatto. È passato troppo tempo”.
L’immobile, come detto, è di proprietà della 3V srl, società di Bussolengo (Verona), che lo ha acquistato dalla società Torbole Real Estate srl, a un prezzo inferiore – annotano i consiglieri comunali – “di oltre il 60% rispetto a quanto versato dalla venditrice nel 2006, nonostante la zona di altissimo pregio”. Sul sito Rivahouse.it è possibile visionare le foto del paesaggio circostante e i rendering dei quadrilocali da 120 metri quadri il cui prezzo sarà determinato da “trattativa riservata”. Dalla 3V srl, contattata da ilfattoquotidiano.it, spiegano che “l’accordo fra privati era già stato stipulato prima del nostro acquisto”. Solo successivamente “è stato effettuato un ricalcolo volumetrico che ha sostanzialmente confermato l’esistente e da cui è derivato il nuovo permesso a costruire”. Il titolare della 3V, Alberto Bortolotti, specifica anche che “il prezzo di acquisto è stato più basso per il crollo del mercato immobiliare, i documenti sono in regola: proseguiremo con un intervento che, comunque, ridurrà le volumetrie”.
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