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Mingo e le denunce di Striscia la Notizia: “Io l’unico al mondo ad essere licenziato in diretta tv da un pupazzo rosso”

Lo dice Domenico De Pasquale, conosciuto da tutti come Mingo grazie a una militanza di quasi vent'anni nella squadra di “Striscia la Notizia”. Era l'inviato di punta dalla Puglia, assieme al silenzioso e inseparabile Fabio, e lo è stato fino al 23 aprile 2015

di Giulio Pasqui

“Penso che nessuno in Italia, anzi in Europa, o forse nel mondo possa vantare il primato di essere stato licenziato in diretta tv da un pupazzo di pezza rosso simbolo di un varietà televisivo”. Lo dice Domenico De Pasquale, conosciuto da tutti come Mingo grazie a una militanza di quasi vent’anni nella squadra di “Striscia la Notizia”. Era l’inviato di punta dalla Puglia, assieme al silenzioso e inseparabile Fabio, e lo è stato fino al 23 aprile 2015. Quel giorno un “pupazzo di pezza rosso”, ovvero il Gabibbo, annunciò la sospensione dal programma della coppia di inviati. Qualche giorno più tardi, sempre davanti alle telecamere, spiegò anche il perché: la rimozione era dovuta alla presunta falsità di due servizi, che costarono ai due anche due denunce per truffa presentate da Mediaset e da Antonio Ricci, oltre alle indagini per simulazione di reato e associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Ma come avvenne il “licenziamento in diretta”? Mingo, attraverso le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, lo racconta così: “A pensarci adesso mi vien da sorridere: essere giudicati, processati e sentenziati in diretta televisiva da un pupazzo di pezza. L’Italia è davvero il Paese dei paradossi! Tra incredulità, stupore e angoscia contattammo telefonicamente il produttore del programma, gli stessi autori e finanche i segretari di produzione… ma dall’altra parte il nulla più assoluto! Telefoni che squillavano a vuoto! Sembrava che fosse accaduta un’apocalisse. Nessuno ci rispondeva. Nessuno ci dava spiegazioni. I nostri telefoni, invece, squillavano all’impazzata: amici, parenti, conoscenti ci chiamavano per capire cosa stesse accadendo! Non sono stato il solo ad aver pensato di essere su “Scherzi a parte” o che era stata una trovata degli autori che, pur di fare audience avrebbero potuto tirar fuori questa genialata per appassionare il pubblico”. E invece, non era proprio per niente una messa in scena. Ora Mingo ribadisce anche l’estraneità da quei servizi: “Durante la trasmissione, si susseguivano nuovi annunci in diretta in cui ci si accusava di aver inventato servizi. Mai inventato nulla!!!”.

Oggi Mingo sui canali generalisti nazionali non si vede (quasi) più, ma non ha smesso di lavorare: si è reinventato come attore. Eppure, racconta lui, non è stato facile dover fare i conti con le fake news e la cattiveria delle persone: “In questi anni mi sono imbattuto in articoli stampa scritti con cattiveria, nelle fake news più assurde, in haters sui social, insomma nel fango mediatico. Non ci crederete mai ma ho ricevuto anche insulti per strada! Dei più beceri! È stata dura (…) Senza quel dolore non sarei la persona che sono! Un uomo libero! Libero di esprimersi nel suo mestiere! Dopo quello che mi è accaduto in molti hanno pensato: “Non lavorerà più” e invece sono passato da un ruolo all’altro! Da un’avvincente serie tv condotta insieme alla bravissima Maria Grazia Cucinotta e al mitico Mauro Corona, all’esperienza sul set cinematografico del film internazionale Tulipani (…) E tante altre esperienze bellissime che mi hanno dato la forza di superare le ingiurie, le cattiverie e le ingiustizie! Il dolore che provi è uguale alla potenza di quello che diventi”.

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