Nel mirino del Consiglio dei ministri è finita anche la proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2020 del Piano casa, sempre per lo stesso motivo: il provvedimento "invade la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela del paesaggio". L'assessore regionale Sanna: "C'è un pregiudizio ideologico forte". "L'impugnazione era praticamente scontata perché la norma era ed è incostituzionale", ha dichiarato la consigliera regionale dei Progressisti Maria Laura Orrù. Esultano anche gli ambietalisti
Il consiglio dei ministri ha impugnato la norma sull’interpretazione autentica del Piano paesaggistico, approvata dal consiglio regionale a trazione sardo-leghista il 13 luglio scorso e la proroga del Piano casa al 31 dicembre 2020. Nel primo caso, si tratta di un provvedimento che sottrae ogni ruolo al ministero dell’Ambiente in materia di copianificazione paesaggistica e lascia dunque mano libera alla politica. Uno scatto in avanti, fortemente voluto dalla giunta di centrodestra guidata da Christian Solinas, che per il governo di Giuseppe Conte vìola la Costituzione, visto che la legge impugnata prevede la facoltà per la Regione di decidere sui vincoli costieri – in particolare oltre i 300 metri dalla battigia – sui beni identitari e sull’agro esautorando le Soprintendenze. Ma la Carta “riserva alla competenza statale – si legge nel comunicato del Cdm – la tutela dell’ambiente e del paesaggio”. Da qui la decisione di impugnare la norma, opzione peraltro fortemente caldeggiata anche dal ministero dell’Ambiente, che pochi giorni fa, in una nota durissima, aveva definito il provvedimento approvato dal centrodestra un “palese strumento di eversione del quadro delle competenze in materia di tutela paesaggistica”. Nel mirino del governo è finita anche la proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2020 del Piano casa, e sempre per lo stesso motivo: il provvedimento “invade la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela del paesaggio”.
Le decisioni del governo erano pressoché scontate e ampiamente previste dallo stesso padre nobile del Piano paesaggistico regionale, Gian Valerio Sanna, assessore all’Urbanistica nella giunta guidata da Renato Soru, che nel 2006 approvò il Ppr. “Questa leggina è pura propaganda – dichiarò al fattoquotidiano.it ventoquattr’ore dopo l’approvazione delle norma – sarà impugnata dal governo e dichiarata ovviamente incostituzionale, anche perché il Ppr è norma di rango costituzionale e può essere modificato solo attraverso un tavolo congiunto Regione-ministero, mica con una interpretazione autentica del consiglio regionale, tra l’altro nemmeno titolato poiché il Piano paesaggistico è stato approvato dalla giunta, non dall’assemblea”.
L’opposizione di centrosinistra, che già nei giorni scorsi aveva chiesto alla giunta regionale la sospensione in autotutela delle ribattezzata “Legge scempiacoste“, oggi esulta e confida nella bocciatura della Corte, così come le associazioni ambientaliste. “L’impugnazione era praticamente scontata perché la norma di interpretazione autentica era ed è incostituzionale – ha dichiarato la consigliera regionale dei Progressisti Maria Laura Orrù – Lo sapevamo tutti, inclusi l’assessore all’Urbanistica Quirico Sanna, il presidente Solinas e tutti coloro che in questi giorni rilasciano dichiarazioni assurde e che con prepotenza pretendono di far valere l’autonomia con la sola forza dei loro voti. Ma l’autonomia si esercita con serietà, non giocando sulla pelle dei cittadini“.
Di diverso avviso la maggioranza, che per bocca dell’assessore Sanna parla di un mero “attacco politico” sferrato da Pd e Cinque stelle. “C’è un pregiudizio ideologico forte – ha dichiarato l’esponente della giunta Solinas alla Nuova Sardegna – che punta a fermare le iniziative messe in atto per creare sviluppo e dare risposte alla disperazione che alberga nei cuori di tanti sardi”. Per i consiglieri di Udc – Cambiamo! Antonello Peru e Giorgio Oppi, l’impugnazione “calpesta in maniera grave ed inaccettabile i principi di autonomia della nostra regione. È un attacco politico a cui abbiamo il dovere di ribellarci”.
Esultano gli ambientalisti, a partire da Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico, che per primo aveva inviato una documentata segnalazione al governo poche ore dopo l’approvazione della norma. “Il testo è denso di illegittimità, non potendo la Regione eludere l’obbligo di pianificazione congiunta in tutta quella fascia costiera e nelle aree agricole tutelate con vincolo paesaggistico. Ora più di 35mila cittadini – ha detto Deliperi – sostengono la campagna per la salvaguardia delle coste della Sardegna e le adesioni continueranno a giungere, in attesa del prossimo esame di un’altra proposta legislativa foriera di fortissime preoccupazioni per la tutela delle coste, il disegno di legge della giunta Solinas per consentire aumenti volumetrici anche a due passi dal mare”.