Una sparatoria è avvenuta vicino alla Casa Bianca mentre era in corso la conferenza stampa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il tycoon, allarmato da un agente dei servizi segreti che lo ha prontamente scortato fuori dalla sala conferenze, ha dovuto interrompere il punto con i giornalisti dopo appena due minuti dall’inizio, per poi riprenderlo una volta rientrato il pericolo.
Secondo quanto si è appreso a far scattare le misure di sicurezza è stato un uomo di 51 anni che si è avvicinato a un ufficiale dei servizi segreti in uniforme vicino alla 17th Street e a Pennsylvania Avenue a pochi isolati dalla Casa Bianca. L’uomo ha detto all’ufficiale che aveva un’arma, ha spiegato Tom Sullivan, capo del Secret Service, poi si è girato e “ha corso aggressivamente verso l’ufficiale e ha rimosso un oggetto dai suoi vestiti”, ha riferito Sullivan. Il sospetto quindi “si è accucciato in posizione di tiratore, come se stesse per sparare con un’arma”. L’ufficiale ha quindi sparato, ferendolo al torso. Dopo quanto successo la Casa Bianca è stata subito bloccata.
Durante la sparatoria, invece, secondo quanto riportato, il presidente è stato scortato nello Studio Ovale. Lui stesso, rientrato in conferenza stampa ha spiegato ai reporter l’accaduto, dicendo che “c’è stata una vera sparatoria” e che “qualcuno è stato portato in ospedale”, ma sottolineando che tutto era “sotto controllo”. “Vorrei ringraziare i servizi segreti per aver agito in maniera rapida ed efficace”, ha concluso Trump, specificando che la sparatoria “potrebbe non essere legata a me“.
Dopo l’episodio il presidente degli Stati Uniti ha ripreso normalmente il punto stampa parlando soprattutto di coronavirus e di vaccini, assicurando che “non c’è alcun motivo per cui l’economia non possa crescere del 20% nel terzo trimestre” e che “potrebbe esserci un vaccino già entro la fine dell’anno”.