“Vaccino anti-covid entro l’anno? Penso che tutte queste notizie vadano prese con cautela e sicuramente con speranza, ma lo sviluppo di un vaccino è una cosa molto complessa che richiede tempi molto lunghi”. Così, a “In onda” (La7), Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Ospedale universitario di Padova, commenta le notizie ottimistiche sulla disponibilità di un vaccino contro il coronavirus.
Il virologo spiega tutte le fasi di sperimentazioni di un vaccino: “È uno studio che viene condotto nella fase 3. Perché non abbia nessun effetto collaterale per fascia di età, per sesso, per etnia, per patologie sottostanti, va testato su decine e decine di migliaia di persone. Poi bisogna dimostrare che il vaccino induca la produzione di anticorpi, bisogna verificare che rimangano per mesi e che siano in grado di neutralizzare il virus in laboratorio. Successivamente bisogna dimostrare che le persone vaccinate hanno una probabilità di ammalarsi inferiore a quelle non vaccinate, a parità di trasmissione del virus – continua – Capite bene che queste fasi richiedono tempi molto lunghi. Il vaccino russo? Lo hanno fatto con molte scorciatoie. Ma più scorciatoie si prendono, più aumentano il rischio che il vaccino non sia efficace oppure che crei effetti collaterali. E quindi diventerebbe un’arma formidabile per tutti quelli che si oppongono al vaccino. Nella maggior parte dei casi i vaccini non hanno effetti collaterali, ma in alcuni casi sì. Ci sono stati vaccini che sono stati ritirati proprio per una sperimentazione inadeguata”.
E aggiunge: “Rendere obbligatorio un vaccino anti-covid? Solo se ha passato tutte le fasi di controllo, perché si tratta di una grandissima responsabilità politica, ma soprattutto etica e morale. Guardate che finora non è stato pubblicato nessun dato su questi vaccini. Questa è una cosa su cui dobbiamo riflettere. Ci vogliono anni per sviluppare vaccini con cui conviviamo da millenni. Adesso per un virus che conosciamo da pochi mesi – chiosa – vogliamo sviluppare un vaccino in un anno? Solo per il vaccino anti-ebola, che è stato quello sviluppato più velocemente, ci sono voluti tre anni e mezzo, ma solo per una serie di circostanze estremamente fortunate. Il vaccino russo? Non dico che sia tarocco, ma penso che esista questa politica di annunci prevalentemente motivata da interessi politici. Si vuol dimostrare che si fa qualcosa e si desidera tranquillizzare l’opinione pubblica. E’ giusto investire nei vaccini, ma non credo che sia giusto illudere la gente”.