Alla fine arriva la conferma: i deputati della Lega che hanno percepito il bonus da 600 euro previsto per le partite Iva in difficoltà a causa del lockdown sono Andrea Dara ed Elena Murelli. Si tratta di due salviniani di strettissima osservanza che il segretario ha portato in Parlamento nel 2018. Nel giorno in cui Montecitorio fissa in venerdì 14 agosto il giorno della verità sui politici col bonus, col presidente dell’Inps convocato in commissione alla Camera, il Carroccio decide di scoprire le carte e anticipare l’audizione di Pasquale Tridico comunicando la sospensione dei due parlamentari. E confermando in questo modo i rumors delle ultime ore.

Il passo avanti della Lega prima dell’audizione di Tridico – “Dopo aver ascoltato e verificato le rispettive posizioni, si conferma il provvedimento della sospensione per i deputati Elena Murelli e Andrea Dara”, dice il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari. Da giorni tra i corridoi parlamentari i sospetti si erano concentrati su Dara e Murelli. Contattati ieri dal Fatto Quotidiano il primo non aveva risposto mentre la seconda si era limitata a un secco “no comment”. Poi entrambi avevano sospeso ogni contatto con i cronisti pare per ordine dei vertici del partito. Gli stessi vertici che ora li scaricano, per evitare una poco edificante scena in diretta video: il presidente dell’Inps che, interrogato dai deputati in commissione Lavoro, pronuncia il nome dei due leghisti. Senza considerare che la capogruppo del Carroccio nella medesima commissione è proprio la Murelli. “Pur non avendo violato alcuna legge – mette le mani avanti Molinari – è inopportuno che parlamentari abbiano aderito a tale misura e per questa ragione abbiamo deciso e condiviso con i diretti interessati il provvedimento della sospensione“. Dopo aver garantito per i suoi deputati, Molinari torna a prendersela col presidente dell’istituto previdenziale: “E’ comunque incredibile – sostiene – che i vertici dell’Inps non abbiamo versato ai lavoratori che aspettano da marzo quanto dovuto e che abbiano invece versato a chi non era in difficoltà. In qualsiasi altro paese i parlamentari sarebbero stati sospesi ma il presidente dell’Inps sarebbe stato licenziato”.

Chi sono i due leghisti sospesi – Entrambi i parlamentari sospesi sono due salviniani di strettissima osservanza che il segretario ha portato in Parlamento nel 2018. Dara, originario della provincia di Mantova, è un imprenditore nel settore tessile: risulta intestatario del 60% di una piccola azienda che produce calze. Murelli, invece, è piacentina di Podenzano: sul sito della Camera si definisce docente a contratto all’Università Cattolica e “libera professionista specializzata in consulenze su finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione”. Capogruppo del Carroccio in commissione Lavoro, il 23 luglio scorso Murelli era intervenuta in Parlamento per attaccare l’esecutivo: “Pur di tenervi le poltrone importate il coronavirus“, aveva detto. Poco prima, invece, aveva reso in aula quella che oggi appare quasi come una confessione: “Ancora piangiamo i nostri morti, ci siamo chiusi in casa tre mesi e abbiamo accettato l’elemosina dei 600 euro”.

La marcia indietro di Salvini: da “dimissioni” a “sospensione” – Già nei giorni scorsi Molinari aveva annunciato la sospensione per i leghisti scoperti a incassare il bonus da 600 euro. A parlare di sospensione era stato lo stesso Salvini. “Chiunque siano, immediata sospensione“, aveva detto il segretario domenica 9 agosto alle 18 e 26. Meno di tre ore prima, alle 15 e 43, aveva parlato invece di dimissioni: “Che un parlamentare chieda i 600 euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna. Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna. Che l’Inps (che non ha ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori) abbia dato quei soldi è una vergogna. In qualunque Paese al mondo, tutti costoro si dimetterebbero“, erano le parole dell’ex ministro. Nel frattempo, però, dalle prime indiscrezioni era emerso come tra i cinque deputati che avevano chiesto il bonus ci fossero anche alcuni leghisti: e Salvini aveva aggiustato il tiro passando dalle “dimissioni” alla “sospensione”. Adesso la conferma: i due parlamentari col bonus pensato per i professionisti in difficoltà (e dunque non per chi ha uno stipendio a cinque cifre) sono due salviniani di strettissima osservanza. Un’altra tegola per il segretario.

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Bonus, quando la deputata sospesa dalla Lega diceva in Parlamento: “Abbiamo dovuto accettare l’elemosina da 600 euro”

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