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“Mandato da consigliere comunale nullo e alleanze locali con i partiti tradizionali”. M5s voterà su Rousseau le nuove regole

Gli iscritti del Movimento 5 stelle domani 13 agosto saranno chiamati a decidere sulla semplificazione ulteriore della norma sul mandato zero e sul via libera ad accordi elettorali sui territori che non comprendano solo le liste civiche. E' un passaggio fondamentale per la storia M5s e necessario per autorizzare la ricandidatura di Virginia Raggi a Roma. Malumori tra gli eletti, Buffagni cita Casaleggio: "Ogni volta che deroghi a una regola la cancelli"

Il mandato da consigliere comunale “nullo” in qualsiasi momento venga svolto e la possibilità di fare alleanze anche con i partiti tradizionali a livello locale. Sono queste le due modifiche al regolamento M5s che verranno sottoposte agli iscritti 5 stelle sulla piattaforma Rousseau domani 13 agosto. Un voto, anticipato da un intervento sul Blog delle Stelle del capo politico Vito Crimi, che arriva poche ore dopo l’annuncio della ricandidatura di Virginia Raggi a Roma: la sindaca sarebbe formalmente al terzo mandato, quindi violerebbe le regole del Movimento, ma con la modifica proposta avrebbe il via libera ufficiale della base. Proprio ieri Beppe Grillo ha dato la sua benedizione alla Raggi pubblicando una foto insieme e la scritta “daje”: un segnale fondamentale che ha provato il via libera del garante alla modifica delle norme. Ma la mossa che, soprattutto per gli effetti, determina un passaggio storico per il M5s è destinata a far discutere molto all’interno. Il primo a esporsi è stato il viceministro Mise Stefano Buffagni che su Facebook ha pubblicato la foto di Grillo e Casaleggio e una citazione di quest’ultimo: “Ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli”.

La modifica del mandato zero: cosa potrebbe cambiareL’introduzione del concetto di “mandato zero” nel Movimento 5 stelle risale esattamente a un anno fa. Era stato l’allora capo politico Luigi Di Maio a tenerlo a battesimo, ma, dice Crimi oggi, ha mostrato “complessità nella sua applicazione” e per questo gli iscritti saranno chiamati al voto per “semplificarlo”.

Il mandato zero votato l’anno scorso prevedeva che, per dirlo con le parole di allora di Di Maio, “se tu vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo porti avanti tutto e poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco, allora il tuo secondo mandato, quello precedente, cioè il mandato zero, non vale“; se invece “ti ricandidi come sindaco e vieni rieletto sindaco, allora a quel punto quello è il tuo secondo mandato e lo fai da sindaco per cambiare la tua città in cinque anni anche grazie all’esperienza che hai maturato nel tuo primo mandato“. Il mandato zero, così enunciato, esclude di fatto la ricandidatura di figure come Virginia Raggi o Chiara Appendino. Ed è qui che i vertici M5s chiedono agli iscritti di rimediare.

Ora, spiega Crimi, “nell’ottica di semplificare e di rendere più flessibili le nostre regole interne”, la proposta è quella “di stabilire che un mandato da consigliere comunale deve intendersi come escluso dal computo dei due mandati, in qualunque momento esso sia svolto”. Questo, ci tiene a sottolineare il capo politico, non è l’abolizione del “limite dei due mandati”, norma cardine per i 5 stelle introdotta “per evitare che la politica diventasse una professione e che si concentrasse un eccessivo potere nelle mani degli eletti”. Ma, ha aggiunto, “con il tempo ci si è resi conto di quanto fosse difficile paragonare l’attività politica che si svolge in Parlamento e nei consigli regionali, a quella che si realizza in un consiglio comunale“. Quindi, Crimi ha annunciato la necessità di un’ulteriore modifica al mandato zero: “Abbiamo già approvato a larga maggioranza il concetto di ‘mandato zero’ che ha però mostrato, nella sua concreta applicazione, delle criticità dovute alla complessità. Voglio essere chiaro: un eventuale cambiamento non è da intendersi come una deroga o passo indietro sui nostri principi (per noi la politica sarà sempre essere al servizio dei cittadini e del Paese e non per se stessi), ma il riconoscimento di una realtà di fatto, che può aiutarci a crescere, maturare e migliorarci”.

La possibilità di fare alleanze locali con i partiti tradizionali (a partire dal Pd) – Gli iscritti dovranno decidere anche sulle alleanze con altre liste. Sempre un anno fa, Di Maio aveva ottenuto il via libera alle alleanze con progetti civici. Ma niente di più. Ora si chiede agli iscritti M5s di fare un ulteriore passo avanti: “Nei prossimi mesi di settembre e ottobre”, scrive Crimi, “oltre che per il referendum e il rinnovo dei consigli regionali, si voterà per le elezioni amministrative. In questa tornata elettorale, il MoVimento 5 Stelle presenterà le proprie liste in 85 Comuni, già certificate. Il nostro regolamento prevede che a livello locale si possano promuovere alleanze con liste civiche, in conformità con il voto espresso dagli iscritti nel luglio 2019, che ha accolto con favore questa proposta”. Ma non basta più, specie alla luce dell’alleanza di governo col Pd a livello nazionale che rende più facile replicare lo schema anche sui territori. “In alcuni Comuni”, è il ragionamento, “sono stati avviati dei percorsi di confronto e condivisione di programmi che potrebbero far convergere in coalizione non soltanto liste civiche ma anche il Partito democratico. In questi Comuni, in un caso il candidato sindaco potrebbe essere un candidato del Movimento 5 Stelle, mentre negli altri sarebbe un candidato civico espressione della coalizione”.