Le strategie di marketing erano cambiate. Ormai il periodo migliore per vendere qualcosa al popolo bue non era più il Natale o il suo succedaneo, il Black Friday.
I cervelloni della rinomata Libera Università romagnola ‘Papeete’ avevano sentenziato che, in base ai loro più accurati studi sociologici, il momento giusto per farsi notare di più dalla gente era la settimana di Ferragosto.
Del resto, non è questo il periodo morto per eccellenza, quando la notizia del giorno normalmente è come evitare le scottature o affrontare il colpo di calore?
Salvini aveva fatto tesoro delle sottilissime tesi propugnate dagli accademici papeetiani, anche se poi – non si sa come – era riuscito a mandare tutto in vacca. Ma tant’è. La sua uscita ferragostana aveva prodotto un bel botto comunicativo.
Pensando e ripensando al successo leghista, la sindaca di Roma si era quindi detta: ‘Perché non bissare un tale enorme successo? Ferragosto! Aveva sempre pensato che gli italiani, al mare, se ne strafregassero delle beghe politiche, dei giochi di palazzo, delle carte da giocarsi per avere visibilità e ‘peso’ all’interno di un partito. E invece no. Evidentemente la LUPEETE (Libera Università Papeete) aveva ragione: caliamo l’asso di bastoni proprio ora.
Ripresentarsi candidata sindaca! Notizia di apertura di tutti i tg. Anche se la tv non la guarda nessuno al mare, stanno tutti con quei cavolo di cellulari in mano sulla spiaggia perché si annoiano. Non ci potrebbe essere copertura mediatica più capillare.
E pazienza se proprio qualche giorno prima a Beirut era scoppiato l’intero porto, o il naufragio di una petroliera giapponese stava rischiando di distruggere l’arcipelago delle Mauritius, o se il Covid aveva superato già i 20 milioni di contagi nel mondo.
Vuoi mettere con la notiziona in arrivo da Roma? La Raggi fa il bis!
Mancavano solo alcuni dettagli, come il fatto che il Movimento 5 Stelle a Roma era ora accreditato appena del 10-12% dei voti possibili e che – soprattutto – nessuno aveva ancora ufficialmente proclamato la cancellazione della ‘ferrea’ norma dei due mandati (quella voluta personalmente da Gianroberto Casaleggio che tutti gli attuali ‘bi-mandatari’ si affannavano a lodare come padre della patria ad ogni consesso pubblico).
Dettagli, appunto. Diciamoci la verità: per me alla Raggi non gliene frega una mazza di essere rieletta sindaco. Serve invece a tutti gli altri che il suo ipotetico terzo mandato passi come una passeggiata di salute. ‘Pensate che credito potrò acquisire presso tutti quelli che vogliono essere rieletti per la terza volta!’ mi immagino che debba essersi detta assaporando la diffusione universale della sua candidatura.
Il via libera ufficiale verrà, come al solito, dal voto – mai certificato – sulla piattaforma Rousseau. Le porte si spalancheranno allora, ma non quelle ormai sigillate al Campidoglio.
Ministeri, sottosegretariati e presidenze di enti vari saranno a portata di mano. E non sarà più un misero Raggi 3.
No, l’intuizione della LUPEETE aveva aperto a Virginia un mondo inaspettato. Quello della Raggi X. Decima versione, come l’Iphone.