La notizia dello sviluppo del primo vaccino contro il Covid-19 da parte dei russi ha sorpreso un po’ tutti. E un po’ tutti ora ne parlano. Durante una recente conferenza stampa, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha spiegato: “Stamattina è stato registrato il vaccino contro il coronavirus per la prima volta al mondo”. Poi, ha aggiunto: “(il vaccino) ha superato tutti i controlli” ed è stata “somministrata una dose a mia figlia….i dati sono eccezionali.”

Il nome del vaccino, “Sputnik V”, evoca i nomi assegnati ai primi satelliti al mondo (Sputnik I, Sputnik II, Sputnik III) mandati in orbita al fine di esplorare lo spazio durante l’epoca della guerra fredda. In un mondo colpito duramente dal Covid-19, con oltre 20 milioni di contagiati e più di 741 mila morti, la notizia non poteva essere più attesa, importante e sperata.

Tuttavia, l’annuncio di Putin ha sollevato parecchi dubbi da parte di molti commentatori scettici. La diffidenza è basata su almeno due argomentazioni: primo, esiste un pericolo reale di prevaricazione del potere sulla scienza. Secondo, non esiste nessuna prova, nessuna analisi sull’efficacia e sugli effetti collaterali del vaccino “Sputnik V” pubblicata in letteratura scientifica internazionale peer-reviewed.

La prevaricazione del potere sulla scienza è un problema molto serio e attuale. Questo assume particolare rilevanza alla luce della nuova guerra fredda basata sull’uso di armi “ballistiche” Covid-19 dove proprio la Russia e gli Stati Uniti sembrano dominare il campionato mondiale della diffusione di fake news. In un articolo pubblicato di recente ho menzionato il record di Trump di 19.127 bugie in 1.226 giorni di governo.

La Bbc ha piazzato Trump al primo posto nella classifica dei leader politici che hanno diffuso più fake news sul coronavirus al mondo! Tuttavia, anche la Russia di Putin sembra aver già ampiamente dimostrato indubbie capacità “ballistiche” sul Covid-19. La disinformazione proveniente dalla Federazione Russa è endemica tanto quanto il virus e riguarda ad esempio molte teorie (farlocche) sul 5G e sul coronavirus creato in laboratorio.

Per quanto riguarda l’efficacia e la sicurezza del vaccino, di quali dati e controlli parla il leader Russo? Gli effetti del vaccino su sua figlia ricadono nel cosiddetto “resoconto aneddotico,” ovvero il più basso (meno credibile) livello di evidenza in epidemiologia e salute pubblica.

Il più alto livello (più credibile) di evidenza scientifica è invece producibile da analisi basate su studi sperimentali randomizzati su ampie popolazioni dove i pazienti sono assegnati in modo casuale a un intervento clinico (es. vaccino) o a uno standard di paragone (gruppo di controllo che spesso consiste in una pratica standard, un placebo o nessun tipo d’intervento).

Se non esistono risultati provenienti da studi sperimentali randomizzati sull’impatto e sicurezza del vaccino “Sputnik V” pubblicati in letteratura scientifica peer-reviewed, perché Putin ne tesse le lodi in modo così spregiudicato? Probabilmente perché conosce “una cosa o due” di geopolitica, disinformazione e psicologia delle masse. Secondo recenti stime, le fake news viaggiano ben sei volte più veloci delle informazioni reali sui social media. Mark Twain forse aveva ragione quando scriveva che “una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.”

E’ davvero così? O effettivamente Putin ha accesso a informazioni nuove, uniche e non accessibili ai migliori ricercatori e riviste scientifiche al mondo, dominate dai paesi occidentali (specialmente anglosassoni)? Lo vedremo presto.

La diffidenza nei confronti dell’annuncio di Putin è più che giustificata. In un editoriale appena pubblicato su Nature si spiega che il vaccino russo è stato somministrato solo a 76 volontari come parte di due studi in fase iniziale elencati su ClinicalTrials.gov, tuttavia non sono stati pubblicati i risultati di tali studi.

Secondo, Francois Balloux, genetista dell’University College di Londra, annunciare l’uso di un vaccino senza averne testato l’efficacia e la sicurezza è una decisione “sconsiderata e sciocca […] e non è etica […] per i suoi (potenziali) effetti negativi sulla salute, ma anche perché ritarderebbe ulteriormente l’accettazione dei vaccini nella popolazione.”

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