Politica

Tridico parlerà alla Camera venerdì 14 agosto sul caso bonus 600 euro. Fico: “E’ la sede opportuna, i deputati potranno fare domande”

Gli uffici di Montecitorio hanno scelto la strada dell'audizione del presidente dell'istituto di previdenza perché l'elenco dei parlamentari coinvolti sia diffuso nella "sede più opportuna". Intanto M5s ha raccolto oltre 240 autorizzazioni di rinuncia alla privacy, ma non tutti i deputati hanno ancora risposto

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico sarà audito dalla commissione Lavoro di Montecitorio venerdì 14 agosto alle 12. Soltanto in quella sede i deputati potranno fare domande sull’erogazione del bonus 600 euro per le partite Iva, e come riferito da fonti della Camera, “anche eventualmente sui nomi dei parlamentari beneficiari”. La notizia della convocazione è arrivata intorno alle 17.30 e due ore dopo la Lega ha annunciato di aver sospeso i deputati Dara e Murelli, colpevoli di aver beneficiato del bonus. A questo punto rimane solo l’incognita del parlamentare M5s che ancora non si è autodenunciato.

Lo stallo sulla questione ha iniziato a sbloccarsi in mattinata. Dopo che il garante della Privacy nelle scorse ore ha dato sostanzialmente il via libera alla pubblicazione della lista, l’Inps aveva fatto sapere di essere disponibile a fornire i dati, ma solo a patto che fosse la presidenza di Montecitorio a farne richiesta.

Di fronte all’apertura dell’istituto di previdenza però, gli uffici della Camera hanno dovuto valutare la modalità istituzionalmente più corretta. Tra le ipotesi al vaglio c’era la possibilità di un’interlocuzione diretta tra presidenza della Camera e presidenza dell’Inps, o la risposta dell’Inps alle interrogazioni parlamentari presentate o appunto un’audizione in commissione Lavoro. Quest’ultima è stata la soluzione prescelta perché permette il confronto in una sede opportuna e senza che sia la figura di arbitro del presidente della Camera a fare richiesta diretta di dati che riguardano i parlamentari. Il presidente Roberto Fico è intervenuto in serata per spiegare la decisione: “Questa è la sede parlamentare opportuna in cui affrontare la vicenda dei deputati che hanno richiesto il bonus partite Iva nei mesi scorsi. I deputati potranno dunque porre tutte le domande necessarie per fare definitivamente chiarezza su quanto accaduto”. Quindi ha ribadito la sua posizione sullo scandalo che sta imbarazzando il Parlamento: “L’ho ripetuto in questi giorni: i parlamentari che avrebbero chiesto e ottenuto il contributo destinato a professionisti e lavoratori in difficoltà, dovrebbero scusarsi e restituire quanto percepito. È una questione di opportunità, dignità e rispetto, nonché di consapevolezza del ruolo che si ricopre”.

Intanto per tutto il giorno sono continuate le pressioni dei partiti per fare in modo che i colpevoli si autodenunciassero. Il capo politico Vito Crimi da lunedì sta raccogliendo le autorizzazioni firmate di rinuncia alla privacy: al momento sono circa 240 quelle raccolte, ma, secondo fonti interne interpellate da ilfattoquotidiano.it, non tutti i deputati (che in totale sono 200) hanno ancora risposto all’appello. Altre ne continuano ad arrivare in queste ore mentre, contestualmente, si aggiungono le dichiarazioni di chi dichiara di non possedere una partita Iva. Se il via libera del garante potrebbe aver reso non necessarie le firme dei singoli, per il M5s rimane una delle strade concrete per arrivare a trovare il colpevole interno.

Sul fronte del Carroccio invece, a parlare oggi è stato Matteo Salvini. “Io ho dato indicazione”, ha detto ad Agorà estate, “che chiunque abbia preso o fatto richiesta del bonus venga sospeso e in caso di elezioni non ricandidato”. Quindi rivolgendosi al presidente dell’istituto di previdenza, ha aggiunto: “Tridico si deve dimettere? Io non faccio processi a nessuno e guardo a casa mia dove sono inflessibile. Domanderemo però al presidente dell’Inps come abbia fatto a non pagare il bonus a chi ne aveva bisogno per darlo invece ai parlamentari”.

La petizione del Fatto quotidiano perché siano resi pubblici i nomi ha superato le 40mila firme (puoi sottoscriverla qui).