Sotto il peso di costruzioni abusive la costa continua a sbriciolarsi. E adesso in provincia di Agrigento servono interventi urgenti per evitare conseguenze disastrose. La collina del Caos, infatti, continua a franare e adesso mette a rischio una galleria e un tratto della strada statale 640. L’ultimo sbriciolamento del costone è avvenuto domenica, in una zona già interessata da frane: con le spiagge affollate solo la fortuna ha evitato che ci fossero conseguenze per i bagnanti, molti dei quali si recano nella zona nonostante sia transennata.

La tragedia però, se non si interviene, è solo rinviata: un prossimo cedimento infatti, oltre a colpire chi si trova in spiaggia, potrebbe far crollare l’intera strada, con conseguenze terribili. “Che la falesia abbia qualche cedimento è nell’ordine naturale delle cose – spiega Giovanni Noto, presidente dell’associazione dei geologi di Agrigento – però in questo caso l’avanzamento è causato dalla costruzione di infrastrutture portuali avvenute negli anni Sessanta e Settanta con le conoscenze dell’epoca, quando non si aveva nessuna visione futura su quello che sarebbe potuto accadere e si operava senza alcuna sensibilità”.

Ad acuire l’erosione c’è anche una condotta idrica rotta che da anni perde grandi quantità di acqua, accelerando un processo naturale che altrimenti procederebbe in maniera molto più lenta. “Questa dispersione di acqua sta contribuendo alla veloce erosione – spiega ancora Noto – e l’arretramento inciderà nel giro di pochi anni sulla strada e sulle abitazioni presenti”. La situazione è già d’emergenza: secondo l’Anas l’arretramento procede con una velocità di 2 metri l’anno anche a causa dell’erosione marina. Se le costruzioni a monte non sono poche, anche quelle avvenute lungo la costa, come nel caso del porticciolo di Siculiana o di progetti che hanno letteralmente interrotto tratti di fiume, non mancano: infrastrutture che hanno portato a un arretramento della spiaggia, le cui conseguenze si possono vedere a occhio nudo nella vicina Eraclea Minoa, dove il mare ha “divorato” anche la pineta, inghiottendo diversi metri di battigia, compresi i chioschi.

“Siamo già in ritardo – dice ancora Giovanni Noto – le infrastrutture hanno ormai segnato il territorio. Bisogna intervenire al più presto per proteggerlo”. Lo scorso anno la Regione aveva stanziato 6 milioni di euro per cercare di arginare il potenziale cedimento della strada che collega alla statale 115, ma quei fondi sono rimasti fermi. “Rischiamo di perdere spiagge e infrastrutture – conclude il presidente dei geologi di Agrigento – quindi oltre al danno all’ambiente c’è anche un danno per il turismo della nostra zona”.

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