Oggi ricorre l’anniversario della morte della giovane Nadia Toffa, conduttrice amatissima de Le Iene. Tutti oggi ricordano il suo impegno come giornalista a difesa dell’Ambiente nelle Terre dei Fuochi del Sud, ma nessuno ricorda che quel suo impegno era fortemente motivato dalla sua piena consapevolezza di provenire dalla Prima e più inquinata Terra dei Fuochi di Italia: la provincia di Brescia. Ne era perfettamente consapevole e io ne sono testimone diretto.
Quando venne ad intervistarmi al Pascale le raccontai di come avevo dovuto dimostrare che il sangue dei pastori Cannavacciuolo e del vigile eroe Michele Liguori di Acerra fosse stato avvelenato dagli stessi policlorobifenili della ditta “Caffaro” di Brescia sversati come ammendanti agricoli dai camorristi campani nelle nostre terre di Acerra dopo averli acquistati legalmente, per smaltirli illegalmente, dall’Enel di Bologna che doveva liberarsene in quanto dichiarati cancerogeni (processo “Carosello”).
“A Brescia – le raccontai – esistono dei parchi dove è consentito ai bambini giocare nel verde ma mai a piedi nudi per non farli avvelenare, cosa che non era accaduto nei fertili campi della rigogliosa Acerra, da sempre una delle terre più fertili di Europa”.
Lei mi rispose: “Dottore, lo so benissimo. Io sono di Brescia, ho giocato in quei parchi e ho cominciato a fare la giornalista anche per questo. A Brescia si vive nella paura, ma si guarda solo all’inceneritore. Nessuno può parlare apertamente del gravissimo inquinamento delle troppe discariche industriali, al contrario di voi in Campania: voi con il vostro lavoro di denunzia state svegliando l’Italia intera! Per questo vogliamo bene a persone come padre Maurizio Patriciello e a medici come voi che non hanno paura di denunziare tutto”.
Le risposi che già anni prima il magistrato Federico Bisceglia mi aveva raccontato del suo lavoro a Brescia e che mi aveva spronato a proseguire il mio lavoro di denunzia anche lì: “Dottore, solo lei può svegliare i bresciani: sono persone oneste e laboriose, credono a tutto quanto gli viene propinato dai governanti locali, al contrario di voi campani!”.
Carissima Nadia, io ho onorato il tuo lavoro, il tuo impegno e la tua morte non fermandomi mai neanche dopo il mio cancro, e sto riuscendo a svegliare i tuoi concittadini Bresciani, come mi avevi chiesto anche tu quel giorno al Pascale. Con affetto, un abbraccio, a Dio.