Il governo vuole restrizioni e controlli più decisi per discoteche e locali notturni in vista di Ferragosto. Ma c’è il “no” di almeno la metà dei governatori, divisi in Conferenza delle Regioni. È scontro sulle nuove misure da adottare per evitare gli assembramenti che si sono visti nelle discoteche nelle ultime settimane, quando molti giovani hanno preso d’assalto le località balneari e turistiche italiane. Se nel corso del vertice convocato nel pomeriggio di mercoledì governo e Regioni hanno trovato un accordo sui controlli per chi rientra dalle vacanze all’estero, lo stesso non si può dire sulla volontà dell’esecutivo di mettere ulteriori paletti ai gestori dei locali notturni. Con i contagi in netta risalita (sono 481 nelle ultime ventiquattr’ore) e diversi focolai nelle località turistiche a causa della movida indisciplinata, il ministro della Salute Roberto Speranza è pronto a intervenire imponendo la chiusura delle discoteche, la cui riapertura è stata autorizzata in autonomia dalle Regioni nonostante l’ultimo Dpcm preveda che restino chiuse. E proprio alla luce dell’attuale groviglio di ordinanze regionali i governatori di Toscana e Puglia invocano misure univoche per tutto il territorio nazionale.

Troppi contagi in serate in locali dove è praticamente impossibile far rispettare il distanziamento e la mascherina si porta, quando va bene, al polso. Troppo alto il rischio nella settimana di Ferragosto. Le immagini che arrivano da Gallipoli e dalla riviera adriatica con centinaia di giovani ammassati, come se il Covid non fosse mai esistito, che ballano al ritmo della musica suonata dai dj del momento ospiti della serata, fanno paura. In Toscana oltre 550 ragazzi hanno risposto all’appello della Asl che cercava i partecipanti alla serata di sabato alla Seven Apples di Marina di Pietrasanta dopo che è stato accertato un caso di positività al virus. E in Calabria è un giovane di Grifalco a lanciare l’allarme sui social dopo aver scoperto di avere il Covid-19, invitando chiunque sia stato nelle due discoteche dove è andato anche lui lo scorso weekend a farsi il tampone. “Capisco che possiate avere paura però cercate di capire anche le mie paure”, ha detto.

Ma nonostante il pressing, molte Regioni resistono rinviando l’argomento sostenendo che il settore è in ripresa e una nuova chiusura sarebbe un colpo durissimo. Tra le maggiori resistenze, quelle della Sardegna: Christian Solinas ha firmato un’ordinanza per tenere aperti i locali notturni motivando la scelta con l’”attuale situazione epidemiologica del contagio da Covid-19 nel territorio sardo”. Di tutt’altro avviso Toscana e Puglia, che anticipano la linea dell’esecutivo con nuove ordinanze. Nella prima, il governatore Enrico Rossi ha stabilito che ci siano almeno due metri tra gli utenti che accedono alla pista da ballo, il conteggio degli ingressi obbligatorio così come la registrazione ogni accesso e un registro delle presenze per almeno 14 giorni. In Puglia, con le località del Salento zeppe di ragazzini, Michele Emiliano, per il quale “la questione delle discoteche è nazionale, non solo regionale“, si è detto pronto a “introdurre ulteriori misure di prevenzione”.

Un impasse che ha costretto le parti ad aggiornare l’incontro. Secondo quanto riferisce Repubblica, il governo aspetta i dati delle prossime 24-48 ore e mette sul tavolo 100 milioni di euro per un eventuale ristoro: se ci saranno nuovi focolai, se l’Rt balzerà in alto, si chiuderà. Mercoledì, all’appuntamento convocato d’urgenza con i governatori, i ministri della Salute Speranza e degli Affari regionali Boccia si sono presentati con il collega dello Sviluppo economico Patuanelli, che aveva già riunito le associazioni dei gestori di discoteche. In ballo c’è un settore da 400 milioni di euro di fatturato, 3.500 locali riaperti, 25.000 lavoratori e un impatto considerevole sul turismo di molte località. “Abbiamo invitato i governatori alla massima vigilanza e a rivedere le deroghe concesse quando la situazione epidemiologica era più favorevole — ha spiegato Boccia a Repubblica —. Ci sono stati ripetuti focolai e siamo preoccupati. Anche perché queste serate non avvengono solo nelle discoteche e il rispetto delle misure non è facile”.

Ma sui controlli serrati è intervenuto anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli che si dice contrario e fa leva sulla responsabilità dei singoli: se le forze di polizia avviassero “un’attività di controllo massivo” ad esempio sulle discoteche, ragiona, “gli effetti sarebbero devastanti” anche per “la ripresa delle attività economiche”. Per questo sul tema della prevenzione “mai come in questo momento esiste un tema di responsabilità personale”. Immediata la replica del governatore della Toscana Enrico Rossi: “Dovrà pure esserci un modo affinché si facciano senza quegli effetti devastanti di cui parla il capo della polizia”, ha detto ribadendo di essere “favorevole alla chiusura delle discoteche”. “Chiedo – ha precisato – che il provvedimento sia nazionale per non creare assurde differenze tra territori e altrettanto assurde e pericolose migrazioni di giovani da una regione all’altra alla ricerca di luoghi dove ballare”.

Nel dibattito si è inserito anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo che ha ribadito la convinzione del comitato tecnico scientifico sul fatto che “le discoteche devono rimanere chiuse (come già previsto dal Dpcm di luglio) perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c’è nulla da fare. Le aggregazioni di massa sono devastanti – ha aggiunto – impossibili da gestire. Il lavoratore del settore va tutelato come e forse anche più degli altri, perché parliamo di un settore troppo a rischio”, ha concluso.

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