I sei esponenti del governo sono stati indagati insieme al presidente del Consiglio in seguito alle denunce da parte di soggetti terzi provenienti da varie parti d'Italia. Palazzo Chigi ha garantito la disponibilità alla massima collaborazione con i magistrati. Atto dovuto la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri
“Le accuse contro il premier e sei ministri sulla gestione Covid sono infondate”. Con questa motivazione la Procura di Roma ha chiesto al tribunale dei ministri l’archiviazione per Giuseppe Conte e i ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza. Gli esponenti del governo infatti, sono stati indagati in seguito alle denunce da parte di “soggetti terzi provenienti da varie parti d’Italia” che riguardano dai diritti politici alla salute pubblica. La trasmissione degli atti del procedimento penale al tribunale dei ministri, specifica la nota di Palazzo Chigi, è considerato “un atto dovuto” e nel caso specifico “è stata accompagnata da una relazione nella quale l’Ufficio della Procura ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare“.
Il presidente del Consiglio e i ministri, ha fatto sapere Palazzo Chigi, “si dichiarano sin d’ora disponibili a fornire ai magistrati ogni elemento utile a completare l’iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione”.
La notifica ricevuta dal premier e da sei ministri riguarda un avviso ex art. 6, comma 2, legge cost. n. 1/1989 da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L’avviso riguarda la trasmissione al Collegio di cui all’art. 7 della citata legge cost. n. 1/1989 degli atti di un procedimento penale nato appunto da una serie di esposti presentati nei mesi scorsi. Le denunce, di cui non sono ancora noti i dettagli, chiamano in causa gli articoli del codice penale sulla pena in concorso (articolo 110), epidemia (articolo 438), delitti colposi contro la salute pubblica (articolo 452) e omicidio colposo (articolo 589), abuso d’ufficio (articolo 323), attentato contro la costituzione dello Stato (articolo 283), attentati contro i diritti politici del cittadino (articolo 294).