Niente nuovi dazi sui prodotti agroalimentari made in Italy. Gli Stati Uniti hanno infatti deciso di mantenere invariate le tariffe sui prodotti dell’Unione europea nell’ambito del contenzioso con Airbus sugli aiuti di Stato. Sventato, dunque, il rischio che gli aumenti tariffari fossero estesi anche a vino, olio e pasta. Secondo Coldiretti avrebbero colpito 3 miliardi di euro di cibo italiano, “pari a due terzi del totale, in un momento reso già difficile dall’impatto della pandemia sul commercio globale. Tra l’altro gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%)”. I vini, da soli, incidono sul totale per 1,5 miliardi.
Restano in vigore comunque le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. Per la terza volta invece il Pecorino Romano Dop si è salvato dalla tagliola.
“Si tratta di una decisione che premia gli sforzi del Governo ed in particolare della Farnesina e della nostra Ambasciata a Washington, nel mantenere un costante canale di dialogo con le autorità americane responsabili della politica commerciale”, ha commentato il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto. La United States Trade Representative (ufficio del rappresentante commerciale degli Usa) ha confermato sia la quantità di prodotti soggetti alle tariffe a 7,5 miliardi di dollari, sia le aliquote al 15% per gli aeromobili e al 25% per tutti gli altri prodotti. Sono stati invece rimossi dall’elenco alcuni prodotti della Grecia e del Regno Unito e sono entrati al loro posto alcuni della Francia e della Germania.