L'uomo aveva un preciso modus operandi: un primo incontro per guadagnare la fiducia delle vittime e un secondo per compiere l'atto. L'accusa è di violenza sessuale nei confronti di otto donne
Prima un incontro in un ufficio vero e proprio, per guadagnare la fiducia delle giovani aspiranti attrici, poi il finto provino all’interno di un appartamento dove abusava di loro. Un uomo di 40 anni è stato arrestato a Roma con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di otto donne. Il 40enne si spacciava per regista organizzando finti casting per ragazze, ignare di tutto, per la realizzazione di film inventati.
L’indagine è stata condotta tra febbraio e luglio dai carabinieri del nucleo operativo di Roma Parioli, dopo diverse denunce presentate dalle giovani in cerca di lavoro nel mondo del cinema e dello spettacolo, dopo aver subito la violenza. In un episodio recente, si apprende dalle indagini, il 40enne ha compiuto un abuso sessuale completo.
Il modus operandi del finto regista era sempre lo stesso. Le vittime venivano invitate dal 40enne a un primo incontro organizzato in sedi-uffici presi in affitto per l’occasione con lo scopo di conquistare la loro fiducia e rendere il casting il più realistico possibile. Successivamente l’indagato organizzava un secondo provino, nel quale le aspiranti attrici avrebbero dovuto dar prova delle loro qualità recitative, ma senza indicare l’indirizzo preciso dell’appuntamento. Il luogo dell’incontro era fissato vicino a fermate della metropolitana, solitamente Piazza Annibaliano e Piazza Bologna, dove poi prelevava le sue vittime accompagnandole in appartamenti. Qui sottoponeva le aspiranti attrici parti di un copione, chiedendo di interpretare con lui il ruolo. Approfittando della situazione, infine, contro la loro volontà compiva atti sessuali, e, in alcune occasioni chiudeva le vittime all’interno dell’appartamento. Spesso, inoltre, come emerge dalle indagini, per riuscire a raggiungere la violenza, faceva credere alle ragazze che solo compiendo l’atto sessuale avrebbero dimostrato le loro capacità artistiche.
Secondo quanto emerge dalle indagini, l’uomo ha proseguito anche in piena emergenza coronavirus, prendendo “contatti” con le vittime e promettendo provini e quindi la partecipazione a nuovi finti film una volta terminato il lockdown.