Le regioni, le provincie e le università sono autorizzate a rimodulare le borse di studio destinate agli studenti fuori sede sulla base delle necessità che si presenteranno: è il meccanismo di flessibilità introdotto dal governo con il decreto agosto, fresco di ‘bollinatura’ dalla Ragioneria generale dello Stato nella sua versione definitiva da 115 articoli. Il testo, viste le circostanze determinate dall’emergenza coronavirus, prevede misure di sostegno per gli studenti universitari fuori sede che per la crisi potrebbero vedere pregiudicata la fruizione delle borse di studio loro destinate.

Al momento è impossibile prevedere con certezza quando ci sarà la ripresa della didattica in presenza. Il 10 agosto scorso il ministro Gaetano Manfredi ha annunciato che all’Università “verrà adottato un sistema misto” in cui “alcuni studenti seguiranno le lezioni in aula, mentre altri seguiranno lezioni online“. Tutti gli enti che prevedono borse di studio sono autorizzati a rivedere i loro parametri per quanto riguarda gli studenti fuori sede. Inoltre, si introduce una deroga alla condizione di aver preso alloggio nel luogo della sede del corso frequentato per almeno 10 mesi, con la possibilità di considerare fuori sede anche lo studente che prenda alloggio per un periodo inferiore a 10 mesi ma comunque per almeno 4 mesi.

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