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Così la grandinata ha martoriato la schiena dei ciclisti in gara al giro del Delfinato – FOTO

Il corridore belga Tim Declercq ha pubblicato una foto sui suoi canali social in cui mostra la schiena martoriata dai chicchi di ghiaccio: la tempesta lo ha travolto mentre stava scalando l'ultima asperità prima del traguardo. Alcuni suoi colleghi si sono rifugiati sotto gli alberi

Corridori accampati sotto gli alberi o gli ombrelli degli spettatori, qualcuno rifugiato in macchina. Mentre chi, come il belga Tim Declercq della Deceuninck-QuickStep, ha deciso di proseguire con effetti evidenti sulla sua schiena: le conseguenze della violenta grandinata che si è abbattuta giovedì sulla tappa del Giro del Delfinato sono ben visibili nello scatto che il corridore ha condiviso sui social, in cui si vede la pelle completamente arrossata e martoriata dai chicchi di ghiaccio.

I ciclisti sono stati improvvisamente colpiti dalla tempesta di ghiaccio durante gli ultimi chilometri della tappa che da Vienne portava a Col de Porte, nel sudest della Francia. La grandine ha cominciato a cadere sull’asfalto proprio mentre i ciclisti stavano affrontando l’ultima asperità prima del traguardo. Travolti da una tempesta con chicchi grandi quanto proiettili, molti dei corridori sono stati costretti a ripararsi sotto gli alberi, come nel caso di Tony Martin, mentre altri, come il frances Maxime Chevalier o il belga Tim Declercq della Deceuninck-QuickStep, ne sono stati colpiti in pieno. “Come se il Delfinato non fosse già abbastanza doloroso per le gambe…” ha cercato di sdrammatizzare il belga, che poi ha aggiornato i suoi fan con una nuova foto, dopo il trattamento dello staff sanitario, dicendo che “la schiena sta guarendo bene“.

La tappa, la seconda del Giro, si è comunque conclusa con la vittoria di Primož Roglič che ora è anche il nuovo leader della classifica generale. Sono 12 i secondi che ha di vantaggio su Thibaut Pinot e 14 su Emanuel Buchmann. I corridori che sono arrivati fuori tempo massimo sono stati comunque graziati, dopotutto si è trattato di un evento atmosferico come pochi se ne sono visti nella storia del ciclismo.