A due anni di distanza dal crollo del ponte Morandi, a Genova è il giorno della commemorazione delle 43 vittime del disastro del 14 agosto 2018. “Non potremo mai dimenticarle“, dice il premier Giuseppe Conte, presente alla cerimonia. La commemorazione ufficiale nella Radura della Memoria, sotto il nuovo ponte Genova San Giorgio, è cominciata con la proiezione di un filmato intitolato ‘Per non dimenticare‘ che mostra i volti, i nomi e l’età delle 43 persone morte il 14 agosto di due anni fa. Alle 11.36, l’ora del crollo, il minuto di silenzio accompagnato dal suone delle campane delle chiese della città e dalle sirene delle navi in porto. “Siamo qui a ricordare e non vi lasceremo soli in questa vostra richiesta di accertamento delle precise responsabilità. Il vostro dolore è il nostro e la vostra ferita è la nostra”, dice Conte parlando ai parenti delle vittime. Poi aggiunge: “Questa esperienza non resterà confinata in ambito familiare ma vi sosterremo nello sforzo per alimentare una memoria collettiva. Abbiamo i magistrati e una attività investigativa molto complessa che va avanti”. Il governo, inoltre, vuole “garantire che le nostre infrastrutture siano sempre più sicure, sempre più efficienti“, perché “simili tragedie non si debbano più ripetere“. Conte si impegna, sempre “a nome del governo”, anche a garantire che Genova non sarà lasciata sola: “Non parlo di promesse, per evitare illusioni, io a nome del governo garantisco un impegno, di non lasciare Genova sola. E abbiamo creato le premesse lavorando con tutta la comunità genovese affinché la città possa rinascere. Ci sono le premesse con il nuovo piano nazionale” di rilancio, spiega Conte. Il premier, parlando con i cronisti a margine, commenta anche la trattativa con Aspi: “Non voglio essere polemico, sicuramente è stato un negoziato faticosissimo e durissimo”. “Ancora aspettiamo di mettere le firme sull’accordo finale”, conclude Conte.
La commemorazione – “Mischio rabbia e tristezza perché non doveva succedere, era una strage annunciata, perciò c’è tanta rabbia”, dice Giuseppe Altadonna, padre di Luigi, autista morto nel suo furgone mentre attraversava il viadotto. “Ci passo tutti i giorni qui purtroppo perché abito in questa zona, sopra al nuovo ponte non ci andrò mai, sotto ci passo tutti i giorni, sopra no, da lì è volato mio figlio e non credo che ci andrò mai – aggiunge Altadonna – È una giornata di memoria, niente di più, in un luogo che è un cimitero. Io sono sempre fermo alle 11:36 di due anni fa”. Prima della commemorazione, c’è stata la messa, aperta al pubblico di Genova per ricordare la tragedia. “Signore, aiutaci a trovare un senso a tutto questo, aiutaci a trovare un senso a quello che è accaduto”, ha detto l’arcivescovo di Genova Marco Tasca durante l’omelia. Dopo la messa, la commemorazione è cominciata con un momento privato, riservato ai familiari delle vittime, caratterizzato da un balletto di bambini, chiuso a telecamere e giornalisti. L’inizio è avvenuto in estremo silenzio. E’ stato il Comitato dei familiari delle vittime a scegliere il filmato trasmesso subito dopo. Poi la benedizione della ‘Radura della Memoria’, con i suoi 43 alberi uno diverso dall’altro, che ricordano le vittime, da parte dell’arcivescovo Marco Tasca, i discorsi del sindaco Marco Bucci, del governatore Giovanni Toti, del premier Conte e di Egle Possetti, presidente e portavoce del Comitato, dell’imam Husein Salah. Presenti anche il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, il Guardasigilli Alfonso Bonafede e il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi. La giornata prosegue con la deposizione di una targa con i nomi dei morti a Palazzo Tursi e le tre fiaccolate.
Il Comitato: “Giustizia per evitare nuove stragi” – “Non possiamo continuare a farci umiliare, è necessario che il nostro Paese al completo, compresi gli imprenditori che lavorano con responsabilità, possa ripartire per uscire dal baratro nel quale è stato fatta precipitare anche la nostra credibilità. Dovremo essere in grado di mettere all’angolo un sistema marcio che ha permesso il crollo del ponte”. Sono le parole di Egle Possetti, portavoce del comitato dei parenti delle vittime del Morandi. “Vogliamo autostrade sicure e non vogliamo che siano i cittadini a pagarle, sappiamo che ci sono stati utili ingiustamente accantonati e quindi nel nostro piccolo proveremo a vigilare insieme ai cittadini che avranno la forza e la volontà di farlo, affinché la nostra disperazione possa essere trasformata in un pezzo di rinascita“. I 43 morti, ricorda Possetti, “sono vittime di una strage che non sarebbe mai dovuta accadere, la giustizia è determinante, uno dei deterrenti al ripetersi di altre stragi, anche questo potrà consentirci un altro pezzo di risalita. Auspichiamo riforme importanti, non è più accettabile che i processi possano durare decenni e le parti lese oltre al dolore del ponte, debbano attendere una giustizia che forse non arriverà mai“.
La lettera di Mattarella: “Ricostruire cultura della sicurezza”- Non ci sarà il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha però inviato una lettera al Secolo XIX, in cui ricorda di aver incontrato i familiari prima dell’inaugurazione del nuovo Ponte e scrive: “La loro giusta richiesta di verità e giustizia per i propri cari, inghiottiti dal crollo del Ponte, è stata accompagnata dalla forte e sofferta esortazione che vengano in ogni modo evitati in futuro disastri simili con nuovi lutti e nuove vittime”. In un altro passaggio della lettera, il presidente della Repubblica sottolinea l’importanza di “sviluppare e ricostruire una affidabile cultura della sicurezza, di adeguata manutenzione e del controllo che coinvolga e responsabilizzi imprese, enti pubblici, istituzioni locali e nazionali, università, mondo della ricerca”.
Il post di Di Maio: “Giustizia solo allontanando i Benetton” – “Siamo qui a ricordare che le famiglie delle 43 vittime del ponte Morandi meritano rispetto. Per questo si è raggiunto un accordo per allontanare i Benetton dalla gestione di Autostrade”, scrive il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Facebook. “Se qualcuno pensa di tornare sui propri passi troverà sempre la nostra resistenza”, aggiunge il big del M5s. “Vigileremo costantemente, quotidianamente. La revoca rimane sul tavolo, non è mai stata esclusa. Giustizia sarà fatta definitivamente solo quando i Benetton saranno totalmente fuori da Aspi. Lo Stato ha il dovere di tutelare i propri cittadini, ha il dovere di mettere in sicurezza il Paese. Lo stato deve dimostrare di esserci. Sempre”, scrive ancora Di Maio. Le sue parole arrivano a Piazza Affari, dove Atlantia è in forte calo: il titolo della holding dei Benetton che controlla Aspi cede oltre il 2 per cento.
Conte: “L’accordo con Aspi non prevede rinunce ad azioni di responsabilità” – Conte, intervistato dalla Stampa, dice di non sentirsela di “fare promesse a persone che hanno sofferto così gravi perdite. Garantisco però l’impegno a far sì che da questa tragedia origini una più scrupolosa attenzione da parte dello Stato per le infrastrutture pubbliche. In questi giorni stiamo finalizzando il negoziato con Autostrade e confido che la soluzione definitiva possa rivelarsi un concreto segnale per loro”. Secondo il premier “la partecipazione dello Stato in Autostrade contribuirà ad assicurare più controlli e sicurezza sulla nostra rete”. Quanto alle responsabilità per carenza di manutenzione, in attesa dei risultati delle indagini “non intendiamo cancellare un bel nulla. Gli accordi che andremo a sottoscrivere non prevedono rinunce a eventuali azioni di responsabilità ove sussistano gravi inadempienze e imperdonabili negligenze“.
Il procuratore Cozzi: “Nei primi mesi del 2021 chiudiamo” – “Esserci per me è un dovere morale, un dovere nei confronti di 43 famiglie. Una necessità, al di là del lavoro che il nostro ufficio sta portando avanti da due anni”, dice il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, in un’intervista a La Repubblica. “Un’inchiesta così complessa non può esaurirsi in breve tempo. E ci sono variabili che non dipendono dalla nostra volontà. Quando arriveremo a eventuali rinvii a giudizio o richieste di archiviazione? Al di là dell’incidente probatorio sulle cause del crollo, che sarà discusso tutto dicembre e che è in ‘ritardò per l’emergenza Covid, la pandemia ha spostato più in là anche i termini di indagine. Ma nei primi mesi del 2021 tireremo le fila e chiuderemo”. Cozzi assicura che non c’è rischio di prescrizione: “I reati contestati alle 71 persone indagate più le società Autostrade per l’Italia e Spea – omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti – si prescriveranno al più tardi nel 2033“. L’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi si intreccia con altre indagini su strutture gestite da Aspi in Liguria: “Al di là di quanto appurato nelle indagini e delle eventuali responsabilità, e non voglio entrare nel merito, il filo conduttore è il degrado. Criticità anche molto gravi lasciate alla totale discrezionalità della concessionaria. Un rapporto assolutamente sbilanciato a favore del gestore”.
Il progetto del Parco – Nella nuova Radura della Memoria sorgerà il più ampio progetto del Parco del Ponte con il memoriale pensato dall’architetto Stefano Boeri. Nell’area sono state piantate 43 specie arboree, in ricordo delle vittime. “Lo scopo del nostro comitato è il Parco della Memoria, un monumento alla memoria stessa: se non abbiamo quella commettiamo gli stessi errori”, ha spiegato la portavoce del Comitato in ricordo delle Vittime del Ponte Morandi Egle Possetti. “E’ stato fatto un primo allestimento – aggiunge Possetti – con questi alberi che saranno poi interrati in modo definitivo in quello che sarà il Parco. Il comune lo ha voluto per dare un primo segnale di quello che sarà poi il progetto futuro. Ne siamo contenti. Ci aspettiamo che tutto il progetto venga definito e speriamo ci sia lo stesso entusiasmo nel progettare il memoriale come per il ponte. Abbiamo chiesto di fare la cerimonia lì e in quel punto arriveranno le tre fiaccolate. Speriamo che, con il nuovo ponte partito e funzionante, si dia impeto alla costruzione del memoriale che prevede anche un grande progetto di riqualificazione”.