Noto come "maestro del friabile" per la capacità di muoversi su rocce difficili ed estremamente friabili, vantava l'apertura di almeno 200 vie nuove e moltissime prime ascensioni solitarie
Si stava arrampicando su una delle scogliere più alte nel versante nord-orientale dell’isola di Tavolara, in Sardegna, quando è scivolato ed è precipitato in mare, dove è morto, sbattendo varie volte sulla scogliera. Il cadavere, recuperato in mare, è stato quindi condotto al porto di Olbia, dove è stato riconosciuto. È morto così Giuliano Stenghel, famoso alpinista di Rovereto che in Gallura era di casa.
Istruttore nazionale d’alpinismo dal 1978, ma anche istruttore emerito del Club alpino italiano e socio accademico del Gruppi italiano scrittori di montagna, Stenghel era un amante delle grandi salite in roccia ed era considerato un acrobata delle ascensioni. Nel mondo alpinistico era conosciuto come il “maestro del friabile” per la capacità di muoversi su rocce difficili ed estremamente friabili anche con poche protezioni.
Potrebbe essere stato proprio un eccesso di sicurezza su una scogliera che conosceva benissimo a costargli la vita. Stenghel ha perso l’equilibrio, andando a sbattere più volte sulle rocce sottostanti e finendo in mare quando ormai era già decedeuto. A lanciare l’allarme sono state le persone che si trovavano a bordo di una barca nelle vicinanze. La Guardia costiera è intervenuta e ha riportato il corpo sulla banchina del porto di Olbia, cercando di favorire i soccorsi dei sanitari, il cui intervento si è però rivelato inutile.
Giuliano Stenghel poteva vantare l’apertura di 200 vie nuove e moltissime prime ascensioni solitarie. Con l’aiuto dei migliori amici, all’amore per la montagna dedicò anche un’iniziativa sociale attraverso la fondazione dell’associazione “Serenella Onlus”, intitolata alla prima moglie Serenella, scomparsa prematuramente.