Obbligo di mascherina in pista, anche all’aperto, e capienza dimezzata. Arriva la stretta sulle discoteche in vista del Ferragosto, mentre i dati del contagio tornano a salire. Le Regioni corrono ai ripari dopo le riaperture e applicano misure restrittive per i locali notturni con una serie di ordinanze “fotocopia” dopo lo scontro degli scorsi giorni con il governo che nelle settimane passate aveva sempre tenuto la linea del “no alla riapertura” lasciando la valutazione ai presidenti in base alle condizione epidemiologica.
A quanto si apprende da fonti ministeriali, c’è il pressing del ministro della Salute Roberto Speranza e del governo dietro la stretta, arrivata a due giorni dall’incontro tra l’esecutivo e le regioni e dopo diversi episodi di contagi attribuibili a serate trascorse nei locali notturni nonché alla chiusura di alcune discoteche, da Trapani al Piemonte. I primi a muoversi – dopo la chiusura totale imposta dalla Calabria già giovedì – sono stati i governatori Stefano Bonaccini e Luca Zaia, mentre un’ordinanza della Regione Puglia già giovedì aveva imposto la mascherina nel caso non fosse possibile mantenere due metri di distanza in pista e l’obbligo per i gestori di installare dispenser con gel igienizzante. Stop totale fino al 7 settembre, invece, in Basilicata alle “attività del ballo” in “discoteche, sale da ballo, lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate e libere”.
“Vogliamo evitare comportamenti che permettano al contagio di rialzare la testa. Per questo è necessario rafforzare prevenzione e controlli“, hanno detto Bonaccini e l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini motivano la nuova ordinanza sull’attività delle discoteche in regione. “Una stretta – chiariscono – utile anche a evitare che divertimento e svago possano lasciare spazio ad atteggiamenti irresponsabili, anche solo di pochi, che possano vanificare il lavoro di questi mesi. A tutela dei giovani stessi, ragazzi e ragazze, che devono sapere di non essere immuni o al riparo dal virus”. L’Emilia-Romagna ha disposto anche la eventuale chiusura immediata del locale non appena accertate le infrazioni. Stessa posizione assunta dal Veneto.
“È una misura presa contro il rischio che il virus torni a fare la voce grossa – sottolineano invece Zaia e l’assessore veneto alla Sanità – Non possiamo vanificare i risultati raggiunti grazie all’impegno e lo sforzo di tutti. Mi rivolgo soprattutto ai giovani che nei giorni del lockdown e fino ad oggi sono stati un vero modello di responsabilità e consapevolezza della situazione. Invito loro e tutti gli altri appassionati a pazientare ancora, aderendo alle indicazioni che vengono date e continuando ad avere comportamenti coerenti con la situazione”.
Critici i gestori delle sale da ballo. “Ancora una volta si colpisce un settore che viene identificato come un luogo in cui tutti mali della società convivono. Adesso ci è stato affibbiato il ruolo degli untori, ci è stato affibbiato anche quello. Prima drogavamo i ragazzi, li ubriacavamo, adesso li contagiamo nonostante non ci sia un solo caso di ragazzo o ragazza che si sia contagiato nei nostri locali”, dice il presidente del Silb-Sindacato Italiano Locali da Ballo Emilia-Romagna, Gianni Indino. “Troppo facile fare così – aggiunge – Non è assolutamente accettabile un comportamento di questo tipo, si mette a repentaglio un’industria che dà da lavorare, compreso l’indotto, a 400mila persone, che sono 400mila famiglie”. Come gestori di locali, ha aggiunto il presidente del Silb emiliano-romagnolo, “siamo ormai diventati la pila dell’acqua santa dove tutti vanno a piangere. Se c’è da colpire qualcuno, quando si colpiscono le discoteche, va bene perché tanto sono già abituate a essere considerate brutte, sporche e cattive”.