Dopo le restrizioni imposte ai locali notturni in vista dei festeggiamenti di Ferragosto, insieme al governatore del Veneto Zaia, il presidente emiliano torna a fare appello alla responsabilità dei cittadini. Lo stesso fa il collega del Lazio e segretario del Pd che annuncia, da domani, tamponi obbligatori per chi arriva a Fiumicino dall'estero. In Umbria controlli allo scalo di Perugia
I governatori tornano ad appellarsi alla popolazione e lanciano l’allarme dopo l’ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute che, con 629 contagi nelle ultime 24 ore, rigetta il Paese indietro di tre mesi, alla situazione del 23 maggio scorso. Tra i primi a intervenire c’è il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che già ieri aveva deciso di imporre misure più restrittive per i locali notturni in vista dei festeggiamenti di Ferragosto: “Non vorremmo che a causa di comportamenti irresponsabili di chi pensa sia tutto uno scherzo o tutto sia superato, a breve venissero vanificati i sacrifici sopportati e dovessimo persino richiudere ciò che abbiamo via via riaperto”, ha dichiarato. Sulla sua stessa posizione anche il collega del Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che annuncia tamponi obbligatori per chi arriva dall’estero all’aeroporto di Fiumicino e promette: “Faremo di tutto per difendere le persone, ma occorrono comportamenti responsabili”.
Bonaccini: “Non arretriamo, la salute prima di tutto”
In un suo post su Facebook, il governatore emiliano spiega i motivi della sua scelta, condivisa con il collega veneto, Luca Zaia: “Chi non ha capito perché, insieme a Luca Zaia, abbiamo deciso di dare una stretta ad alcuni locali e chi ha pensato bene di ricorrere agli insulti personali se ne faccia una ragione. Non arretro di un millimetro. Al primo posto la tutela della salute delle persone”, ha scritto.
Il presidente della regione Emilia-Romagna torna indietro di otto mesi, quando venne rieletto, e confessa che non avrebbe mai pensato che avrebbe dovuto “affrontare e contrastare una pandemia di tali terribili proporzioni.Eravamo la seconda regione più colpita perché l’unica che aveva in pancia il vero focolaio italiano, quello del basso lodigiano lombardo. Codogno infatti è più vicina a Piacenza che a tutti gli altri capoluoghi lombardi. È qui che abbiamo preso le restrizioni più robuste nel Paese, fummo i primi a chiudere le scuole, a chiudere bar e ristoranti, persino a impedire il jogging”.
“All’inizio – ricorda – ci siamo dovuti difendere e poi abbiamo imparato ad andare persino all’attacco del virus. Facciamo ogni giorno migliaia e migliaia di tamponi e test sierologici come pochi altri in Italia, per monitorare, tracciare e isolare subito coloro che vengono trovati positivi. Se oggi sono svuotati i reparti di terapia intensiva e quasi azzerati i decessi quotidiani, se ieri eravamo tra i più colpiti e nelle ultime settimane oltre dieci regioni hanno un Rt superiore al nostro, si deve anche a questo impegnativo e quotidiano lavoro nel territorio”. Eppure, ammonisce, “guai a pensare di avere già vinto la partita, guai a pensare che si sia immuni, soprattutto ora che i nuovi casi riguardano soprattutto persone con meno di 40 anni e giovanissimi che pensano probabilmente di essere invincibili”.
Zingaretti: “Occorre essere responsabili, non sprechiamo i sacrifici fatti”
Anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, chiede collaborazione e responsabilità da parte della popolazione, al fine di evitare un nuovo picco di contagi che farebbe tornare d’attualità il rischio di un nuovo lockdown. “In prima fila per il controllo e la prevenzione – scrive anche lui su Facebook – Da domani la Regione Lazio fa partire i test all’aeroporto di Fiumicino, che rappresenta il 70% del traffico nazionale. Quaranta operatori solo a Fiumicino, 120 operatori sanitari coinvolti nei drive-in attivi per i tamponi. Faremo di tutto per difendere le persone, ma occorrono comportamenti responsabili”. Poi l’avvertimento: “Dico con grande fermezza che non possiamo di nuovo lasciare tutto sulle spalle del solo personale sanitario -aggiunge – Faccio un appello alla responsabilità ai cittadini e ai Prefetti e ai Sindaci, soprattutto dei Comuni della costa. Sono fondamentali i controlli sul rispetto delle regole e contenimento degli affollamenti. Il rischio di un ritorno indietro è reale, non sprechiamo i sacrifici che abbiamo fatto”.
Umbria, tamponi all’aeroporto di Perugia
Decisione simile a quella presa dalla Regione Umbria che ha deciso di continuare a fare i tamponi direttamente all’aeroporto di Perugia anche per i prossimi arrivi da Malta. Sono anche in corso verifiche sulla possibilità di estendere la procedura agli arrivi da quei Paesi, come l’Albania, per i quali è previsto l’isolamento di 14 giorni, secondo quanto emerso dalla riunione di oggi dell’Unità di crisi della Regione nella sede della Protezione civile di Foligno per analizzare le modalità per l’applicazione del decreto del 7 agosto e l’ordinanza ministeriale sui rientri dai Paesi più interessati dall’epidemia.
Sotto monitoraggio al momento i passeggeri rientrati ieri da Malta a Perugia e sottoposti a screening tramite tampone direttamente al momento dell’arrivo all’aeroporto San Francesco “in modo da agevolare da una parte i passeggeri – sottolinea la Regione – e dall’altra per ridurre al minimo le possibilità di contagio”. Grazie a questa procedura è stato individuato in poche ore un soggetto positivo. Gli operatori dei servizi di sanità pubblica hanno quindi immediatamente avviato il contact tracing tra i passeggeri, che è ancora in corso.