Il sospetto di carabinieri di Codogno, che indagano sul caso coordinati dalla procura di Lodi, e Polfer si è subito concentrato sul mancato funzionamento delle barriere mobili, che avrebbero quindi indotto l'automobilista a impegnare i binari. In quel momento è arrivato il treno regionale 2651 di Trenord Milano-Mantova. Per la società, però, le 'semibarriere' che controllano il passaggio erano regolarmente chiuse e il passaggio a livello era funzionante
Gli inquirenti sospettano che il passaggio a livello non funzionasse: per questo motivo una donna di 34 anni è stata travolta e uccisa da un treno regionale di Trenord all’altezza del passaggio a livello tra Maleo, nel Lodigiano, e Pizzighettone, in provincia di Cremona. Rfi, però, nega: il meccanismo funzionava perfettamente. Per questo motivo la procura di Lodi ha aperto un’inchiesta.
Ma a confermare i sospetti degli inquirenti c’è, da quanto si apprende, il racconto di due testimoni che hanno visto le sbarre alzarsi. Uno di loro, che ha assistito all’incidente ferroviario, ha spiegato di aver visto le due sbarre del passaggio a livello abbassate. Poi, improvvisamente, ha visto la sbarra per chi procedeva da Codogno verso Maleo rialzarsi, come se il treno fosse già passato. L’automobilista 34enne, che procedeva proprio in direzione Maleo, si è quindi rimessa in moto ma, proprio in quel momento, è transitato il convoglio che l’ha travolta e uccisa. Il racconto è stato confermato anche da un secondo testimone.
Quando sono arrivati gli inquirenti, infatti, le sbarre erano alzate e intatte. La linea è stata interrotta per ulteriori accertamenti e sono stati istituti bus sostitutivi per gli 80 passeggeri, tutti illesi, che si trovavano sul convoglio al momento dell’impatto. Il sospetto di carabinieri di Codogno, che indagano sul caso coordinati dalla procura di Lodi, e Polfer si è subito concentrato sul mancato funzionamento delle barriere mobili, come confermato da un primo sopralluogo, che avrebbero quindi indotto l’automobilista, Elisa Conzadori, a impegnare i binari. Proprio in quel momento però sarebbe giunto il treno regionale 2651 di Trenord Milano-Mantova, che ha colpito la vettura, una Citroen C1, all’interno della quale si trovava la 34enne. Il mezzo è stato trascinato dalla locomotrice per diversi metri e la donna è stata sbalzata fuori dalla macchina. I soccorritori l’hanno ritrovata in un fossato a testa in giù, già morta.
Per Rfi, però, le ‘semibarriere‘ che controllano il passaggio erano regolarmente chiuse al momento del transito del convoglio R2651 di Trenord. La società, che sta eseguendo i rilievi sul posto con i propri tecnici, sostiene infatti che il passaggio a livello fosse funzionante e che non ci fosse nessun guasto all’impianto, come ipotizzato in un primo momento. Nell’urto la vettura guidata dalla donna è finita in un fosso adiacente i binari. Il personale del 118, chiamato sul posto insieme alla polizia, ha potuto solo constatare il decesso della conducente.
Nonostante l’analisi della scatola nera del passaggio a livello da parte di Rfi avrebbe escluso guasti, restano i dubbi degli inquirenti, che già dalle prime indagini hanno ipotizzato un possibile malfunzionamento. Per questo ora indagherà la procura con la volontà di arrivare ad accertare come sia stato possibile che avvenisse l’incidente e che le sbarre siano state trovate, ai primi rilievi, alzate e integre.
Allo stesso passaggio a livello scenario dell’incidente di oggi, come riporta il Corriere della Sera, un incidente simile si era verificato due anni fa. In quel caso a perdere la vita fu un uomo. Durante il 2019, come si evince dalla relazione preliminare annuale dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, si sono verificati 5 incidenti simili ai passaggi a livello che hanno provocato altrettanti morti e un ferito grave.