La dj 43enne ritrovata morta dopo 5 giorni di ricerche, l’8 agosto scorso, avrebbe dunque preso in braccio il bimbo – deceduto o creduto tale da lei – e sarebbe fuggita nella collina sotto l’autostrada per nascondere il corpo di Gioele, per seppellirlo, e poi uccidersi. Chi indaga ha un'altra ipotesi: nell’area sotto l’autostrada e sopra le colline di Caronia, il terreno è molto secco, non è possibile scavare a mani nude, possibile lo abbia nascosto nella sterpaglia o coperto di pietre. Il marito: "Non saprei dire se è possibile. È troppo difficile e doloroso valutare"
I rilievi della scientifica cercano con strumenti specifici tracce di sangue nell’auto: ad occhio nudo non ce n’erano. Quel che si sa, però, è che il piccolo Gioele viaggiava in auto senza cintura di sicurezza: questo risulta dalle analisi della Stradale sul seggiolino. Il bimbo è morto nell’incidente? Un’ipotesi al vaglio degli inquirenti, già rivelata da Ilfattoquotidiano.it giovedì scorso, sulla quale si stanno muovendo adesso gli investigatori con ulteriori approfondimenti.
Viviana Parisi, la dj 43enne ritrovata morta dopo 5 giorni di ricerche, l’8 agosto scorso, avrebbe dunque preso in braccio il bimbo – deceduto o creduto tale da lei – e sarebbe fuggita nella collina sotto l’autostrada per nascondere il corpo di Gioele, per seppellirlo, e poi uccidersi. Per questo sarebbe salita sul traliccio, per risalire più in alto possibile e da lì abbandonarsi a un volo disperato. “Era una mamma speciale”, così parla di lei il marito, Daniele Mondello. Che su quest’ultima pista esita: “Non saprei dire se è possibile. È troppo difficile e doloroso valutare per me questa ipotesi, preferisco non rispondere”.
L’autopsia potrebbe fornire ulteriori indicazioni, rivelando, per esempio se nelle mani o nelle unghie della donna ci fosse terra, segno che Viviana avrebbe scavato. Su questo punto neanche il medico legale di parte, Giuseppina Certo, vuole sbilanciarsi. Ma gli investigatori hanno un’altra ipotesi: nell’area sotto l’autostrada e sopra le colline di Caronia, il terreno è molto secco, non è possibile scavare a mani nude, può darsi, tuttavia, che la donna abbia comunque voluto celare il corpo da occhi indiscreti usando della sterpaglia, delle pietre.
I magistrati continuano il via vai sul luogo del ritrovamento negli ultimi giorni. E anche venerdì il capo della procura di Patti Angelo Cavallo e il pm Alessandro Lia hanno camminato tra rovi, terriccio e sterpaglie, sotto il sole d’agosto, per tre ore: “Non andiamo lì per cercare il bambino, non è compito nostro e non ne saremmo in grado”, spiega Cavallo. E continua: “Se non guardiamo con i nostri stessi occhi le nostre ipotesi restano prive di dettagli importanti, bisogna andare, osservare bene i luoghi per confrontare i nostri dati con quel che vediamo e cercare di capire cosa possa avere fatto Viviana quel giorno”. Si muovono così, per ore, sotto l’autostrada per cercare di immaginare il percorso della donna, forse col figlio in braccio. Era una grande camminatrice, ed era molto muscolosa, così l’ha descritta il marito agli inquirenti. Ma l’ipotesi che possa essersi allontanata di molto col corpo di Gioele in braccio, con l’afa di quel 3 agosto, giorno in cui lei e il bimbo sono scomparsi, è esclusa.
Il piccolo è lì, non distante dallo spiazzo in autostrada dove Viviana si è fermata con l’auto ed ha poi scavalcato il guardrail. Intanto le ricerche sono concentrate anche per cercare di risalire all’auto della famiglia settentrionale che quel giorno non solo si fermò per aiutarla, ma pure padre e figlio tentarono di seguirla, scavalcando anche loro il guardrail, per poi rientrare poco dopo ed andare via assieme ai testimoni, i due ragazzi palermitani che hanno raccontato della loro presenza, confermata anche dalla registrazione audio delle telefonata che i due ragazzi fanno al 112, nella quale si sente la voce di altre persone che parlano di un bambino.
Viaggiavano su una berlina a due volumi grigio metallizzato, di auto così ce ne sono parecchie, ma gli investigatori sono al lavoro per risalire alla targa, setacciando le immagini delle telecamere in autostrada. Continuano, dunque, le ricerche del piccolo di 4 anni. Anche a Ferragosto gli uomini dei vigili del fuoco, della Protezione civile, della Forestale, della Guardia di finanza, della Polizia, dei Carabinieri sono al lavoro sotto il sole cocente. Venerdì si sono uniti pure i Cacciatori di Sicilia, specializzati nelle ricerche in territori boschivi e 4 dei 5 cani della Polizia di stato, specializzati nel ritrovamento di cadaveri: arrivati in aereo da Roma, potrebbero essere determinanti per le ricerche. Si spera in loro per trovare il piccolo Gioele, al momento ancora disperso, a soli 4 anni, dopo 12 giorni dalla scomparsa.