“Risentiremo immediatamente i testimoni già sentiti attentamente ieri. Velocemente, poi, abbiamo deciso che eseguiremo una perizia cinematica sul luogo”. Così il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, ha spiegato di aver disposto una perizia per ricostruire la dinamica dell’incidente mortale avvenuto sabato a Maleo, nel lodigiano, dove ha perso la vita una donna di 34 anni che era bordo di un’auto travolta da un treno regionale ad un passaggio a livello.

Con le testimonianze acquisite, comprese quelle delle forze dell’ordine che per prime sono arrivate sul posto, ossia agenti della polfer e carabinieri, per la Procura che indaga per omicidio colposo, gli elementi a disposizione appaiono già in parte sufficienti per accertare il quadro delle eventuali responsabilità.

Un testimone ha spiegato di aver visto le due sbarre abbassate e poi, improvvisamente, avrebbe visto quella del passaggio a livello per chi procedeva da Codogno verso Maleo (la direzione in cui viaggiava la donna) rialzarsi, come se il treno fosse già passato, quando invece non lo era. Tra le ipotesi, dunque, il malfunzionamento della sbarra.

Nella serata di sabato però Rfi, la società che gestisce il passaggio a livello tra Maleo e Pizzighettone sulla linea Milano-Cremona-Mantova dove è accaduto l’incidente, ha sostenuto che il passaggio a livello fosse funzionante e che non ci fosse nessun guasto all’impianto. Il quadro, che si baserebbe sull’analisi della scatola nera del passaggio a livello, è però incompatibile con l’incidente stesso e con il fatto che le sbarre siano state trovate, ai primi rilievi, alzate e integre.

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