Dall'ordinanza del gip - che parla di "spregiudicatezza" e "non trascurabile capacità criminale" - emergono i particolari delle due "violentissime" azioni: "Hanno ammesso gli addebiti". Il racconto di uno dei fermati: "Siamo andati in zona Duomo con l’idea di tirare su un po' di soldi e abbiamo pensato alle rapine". Il primo colpo a vuoto, poi le due vittime e il tentativo di fuga: il racconto delle azioni
“Ci siamo divisi i soldi (…) siamo andati a comprarci cocaina (…) quella notte io ho dormito nella stazione di Certosa, ero strafatto”. Ha ammesso Mohamed Nassar, detto Habib, il 27enne di origine fermato assieme al 22enne Brian Mastrandea con l’accusa di aver rapinato due tassisti a Milano il 10 e il 12 agosto. I due, insieme a una terza persona, erano stati immortalati dalle telecamere interne di una delle due vetture mentre toglievano al tassista l’incasso, i tablet e oggetti personali. Per entrambi, catturati dalla Squadra Mobile poco prima di fuggire in Salento, il giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino ha convalidato i fermi e disposto la custodia in carcere.
E proprio dall’ordinanza del gip – che parla di “spregiudicatezza” e “non trascurabile capacità criminale” – emergono i particolari delle due “violentissime” azioni. Anche Mastrandrea, infatti, “ha ammesso gli addebiti – scrive il gip – precisando di essersi indotto a commettere le rapine per procurarsi il denaro con cui acquistare” la cocaina “al cui uso è dedito”. Dopo aver “bevuto e fumato insieme a Brian”, ha raccontato ancora Nassar, “siamo andati in zona Duomo con l’idea di tirare su un po’ di soldi”. E così “abbiamo pensato – ha aggiunto – di rapinare un taxi”. Il primo tentativo è andato a vuoto: “Siamo saliti a bordo, quando ci siamo resi conto che si trattava di una signora abbiamo deciso di non rapinarla”.
Poi, però, hanno colpito due volte, fingendosi clienti e puntando un coltello alla gola dei tassisti, e la “violenza” delle rapine e gli elementi che hanno portato ai fermi vengono descritti nelle 14 pagine di ordinanza. A un certo punto, però, i due si sono accorti che un “video registrato dalla telecamera in funzione all’interno del taxi aveva cominciato a circolare su Youtube”. Da qui la decisione di fuggire in treno verso la Puglia, ma la polizia è riuscita fermarli in stazione. Anche la madre di uno dei due, come emerge dalle intercettazioni, sapeva come stavano le cose e diceva a un’altra persona: “Ho detto o ti costituisci (…) o è meglio che va via… cioè vai via (…) non stare a casa perché ho i bambini, non è per cattiveria”.