Contro lo stop alle discoteche deciso dal governo per arginare la ripresa dei contagi da coronavirus il Silb Fipe, associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, ha deciso di presentare un ricorso immediato al Tar del Lazio per la riapertura immediata delle aziende. Il presidente Maurizio Pasca lo ha annunciato all’Ansa mentre è ancora in corso il direttivo nazionale del sindacato.
Il provvedimento dell’esecutivo, guidato da Giuseppe Conte, ha ricevuto pieno consenso dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) ed è stato considerato coraggioso dai virologi in prima linea contro l’epidemia. Anche alcuni personaggi hanno commentato con favore l’ordinanza del ministro della Salute. Sono insorti gli operatori dei locali da ballo, che lamentano una perdita di 4 miliardi di euro per il settore. Nel Dl agosto – è stata la promessa del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli – saranno comunque appostate risorse specifiche per ripianare il danno. Passato Ferragosto, si fermano dunque le danze. Il dpcm dello scorso 7 agosto, peraltro, non lasciava spazi a riaperture. Diversi governatori, però, avevano firmato ordinanze per consentire l’attività dei locali che in estate movimentano un notevole flusso finanziario.
“Siamo stati i primi a chiudere, gli ultimi a riaprire e adesso dalla sera alla mattina si è deciso di chiudere un intero settore che dovrà mandare a casa centinaia di lavoratori” dice Alessandro Trolese, presidente regionale del Silb Fipe Confcommercio, l’associazione italiana delle imprese di intrattenimento. “Se c’è un locale che sbaglia è giusto chiuderlo o sanzionarlo – spiega ancora Trolese – ma quella del Governo è stata un’altra scelta, si è voluto criminalizzare un intero settore“. Il presidente Silb Fipe della Toscana propone un’altra visione dei fatti: “Questo governo sta cercando in tutte le maniere di trovare una scusa per posticipare le elezioni. Non ha minimamente supportato il settore, stavamo seguendo tutte le regole, non c’era motivo di far chiudere discoteche e sale da ballo”. “Le nostre imprese avevano assunto più personale per gestire l’emergenza Covid, venivano presi nomi e contatti degli avventori all’ingresso dei locali, venivano fatte indossare le mascherine – commenta ancora Trolese – In quale piazza viene fatto tutto questo?“. In Toscana il comparto dell’intrattenimento da ballo e dello spettacolo impiega oltre 16.000 addetti, compresi stagionali ed indotto, in circa 150 locali professionali con un giro di affari annuo stimato in 500 milioni di euro.