Nei prossimi giorni verrà interrogato nuovamente Luca Sostegni, presunto prestanome nell’affare della vendita 'gonfiata', fermato a luglio e che ha iniziato a collaborare
Mettere insieme tutte le tessere del mosaico. Un lavoro che richiede tempo e pazienza. Nel mirino degli inquirenti che indagano sul caso della Lombardia Film Commission ci sono le strutture societarie “complesse”, messe in piedi dai commercialisti vicini alla Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, ex revisori contabili del partito, attraverso le quali ci sarebbero stati anche trasferimenti di denaro verso la Svizzera. È questo il quadro più recente su cui la Procura di Milano, interfacciandosi anche con quelle di Bergamo e Genova che seguono il caso dei fondi della Lega, sta lavorando a partire dalla della presunta vendita gonfiata di un immobile nel Milanese, acquistato con fondi pubblici dalla Lombardia Film Commission, che era presieduta da Di Rubba.
Nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, e coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, nei prossimi giorni verrà interrogato nuovamente Luca Sostegni, presunto prestanome nell’affare della vendita ‘gonfiata’, fermato a luglio e che ha iniziato a collaborare.
Nel frattempo, si indaga, a partire anche da segnalazioni di operazioni sospette dell’Uif di Bankitalia, su somme arrivate sui conti di società riconducibili a Di Rubba e Manzoni (indagati assieme all’altro commercialista Michele Scillieri) presso una banca a Seriate (Bergamo). Conti sui quali non solo sarebbe arrivata una parte di quegli 800mila euro del prezzo della vendita gonfiata, ma anche soldi della Lega con operazioni di pagamento di consulenze a favore dei professionisti.
L’obiettivo principale degli inquirenti è capire se questi soldi, poi, siano stati dirottati altrove. Ed è stata avviata anche una rogatoria in Svizzera. Sarebbe stato individuato anche un primo passaggio in questa ipotesi di presunti fondi neri all’estero.
Da un lato, infatti, la Procura indaga per capire che fine abbia fatto almeno una tranche degli 800mila euro di fondi pubblici incassati dalla vendita, ossia quegli oltre 250mila euro passati per la fiduciaria milanese Fidirev. Dall’altro, dall’Uif di Bankitalia sono arrivate alla Finanzae ai pm segnalazioni per operazioni sospette “nell’arco degli ultimi 6 anni”, come ha scritto alcuni giorni fa il settimanale l’Espresso, con soldi del Carroccio finiti sui conti dei commercialisti aperti presso la filiale Ubi di Seriate. E su questi fondi, e soprattutto sui passaggi del denaro da questi conti verso altre destinazioni, indagano gli inquirenti milanesi in contatto anche con quelli di Genova e Bergamo. Proprio nell’ambito dell’inchiesta milanese già il 23 luglio scorso era stato sentito come testimone il direttore della filiale di Seriate, Marco Ghilardi, amico di Di Rubba. Filiale dove sarebbero stati ‘parcheggiati’ anche i fondi della vendita dell’immobile, poi dispersi in più rivoli. L’ipotesi degli inquirenti è che dai conti delle società dei commercialisti sarebbero passate diverse operazioni costruite con strutture societarie complesse per dirottare soldi all’estero.