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Il figlio di Paola Perego dj in una discoteca con alcuni positivi. Presta: “Da quattro giorni aspetta il tampone”

L'agente Lucio Presta, marito della conduttrice tv, ha raccontato la vicenda in un lungo post su Facebook: "Chiudere le discoteche, perfetto. Ma intanto questo ragazzo che ha seguito il protocollo che voi avete previsto in questi casi, che deve fare?"

di F. Q.

La scoperta che nella discoteca dove lavora ci sono stati dei casi di positività al Covid e la ricerca di un tampone che non arriva da ben quattro giorni: una storia di caos e ritardi che ha coinvolto Riccardo Carnevale, il figlio di Paola Perego, che ha 24 anni e lavora come dj tra la Sardegna e l’Argentario. La denuncia è arrivata via social dal marito della Perego, l’agente Lucio Presta, che poi la conduttrice ha condiviso sui suoi profili.

“Gli comunicano che alcuni dei partecipanti, gli organizzatori e l’altro dj, risultano positivi al Covid – scrive Presta in un lungo post su Facebook – Lui applica protocollo e chiama il medico di base, che ti prescrive tampone, chiama lo Spallanzani per dare dati e chiede che gli venga fatto un tampone”. Da lì, pur avendo rispettato tutti le regole di comportamento richieste in questi casi, inizia quella che Presta racconta come un’odissea. “Risposta: la chiamiamo noi. Non si sente più nessuno, allora richiama e gli dicono: ‘Vada in fila al Drive in più vicino per fare tampone, eseguo con mascherina e protezioni individuali, sei ore di fila in auto ed eccoci, tocca a lui, ma sono le 20, devono chiudere”. Gli dicono: “Torni domani, anzi lei non dovrebbe uscire di casa perché potenziale positivo“. Lui replica: “Ma io ho chiamato e mi hanno detto di venire qui” e rispondono: “Ok, va bene, torni domani mattina alle 8.30”.

Intanto, prosegue Presta nel post, sono passati quattro giorni e il governo annuncia la decisione di chiudere le discoteche: “Perfetto – commenta Presta – ma intanto questo ragazzo che ha seguito il protocollo che voi avete previsto in questi casi, che deve fare? Interessa a qualcuno o facciamo un po’ come cavolo ci pare?” E incalza: “Vogliamo accertare che lui e gli altri possano essere certi se sono positivi o no e comportarsi come si deve a seconda del caso? Anche stavolta ci vorrà un pizzico di fortuna e tanta pazienza“.

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