L’Unione europea non riconoscerà il voto delle elezioni del 9 agosto in Bielorussia che hanno riconfermato Aleksandr Lukashenko per la sesta volta alla guida del Paese. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, a margine del vertice straordinario tra i Paesi membri Ue, dopo il quale ha anche ribadito che Bruxelles imporrà sanzioni nei confronti di coloro che si sono resi responsabili di brogli elettorali e violenze nei confronti dei manifestanti. Intanto, anche la Cina, dopo la Russia, si schiera al fianco del presidente Lukashenko. Pechino, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, “non vuole vedere il caos in Bielorussia” e “si oppone” alle forze esterne che “creano divisione e instabilità nel Paese”.
Lukashenko: “Non vacilliamo, abbiamo qualcuno su cui appoggiarci”
Parole che si allineano a quelle pronunciate nei giorni scorsi dal presidente russo Vladimir Putin e dallo stesso Lukashenko. Proprio il leader bielorusso è tornato ad attaccare l’occidente sostenendo che siano “i Paesi occidentali, direttamente, senza nasconderlo, che annunciano apertamente la raccolta di fondi e il loro reindirizzamento verso la Bielorussia, lo vediamo”, ha detto durante la riunione del Consiglio di sicurezza. “Naturalmente non possiamo rintracciare tutti i finanziamenti che vengono inviati qui perché molti sono in contanti. Ma noi lo sappiamo e ci concentreremo su questo problema”.
Lukashenko ha poi di nuovo fatto riferimento all’appoggio offerto da Paesi come la Russia che, fa intendere, lo lasciano tranquillo sulla tenuta del regime: “Voglio ribadire che se pensano che le autorità qui si sono incrinate e ora stanno traballando, si sbagliano – ha continuato – Voglio sottolineare che abbiamo qualcuno su cui appoggiarci. Pertanto, non vacilleremo. Percorreremo la nostra strada, come dovremmo fare”. Nonostante ciò, ha bollato come “fake news” le indiscrezioni secondo cui sul posto siano arrivate “truppe straniere”, in particolare di Mosca: “Non c’è un solo militare di un altro Paese in Bielorussia”, ha aggiunto. “Bugie palesi su Internet, truppe straniere in Bielorussia, materiale militare della Federazione russa in Bielorussia. Probabilmente avete già visto – ha affermato – Mostrano un convoglio militare, ma non è chiaro dove stia andando e quando e chi lo abbia mandato, ma dicono che il convoglio va a Orsha dal confine russo”. Secondo Lukashenko, sono stati “mostrati filmati senza capire che si tratta di mezzi bielorussi”.
Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che al momento di “sostegno russo” non è necessario nel quadro del trattato sullo Stato dell’Unione e del Trattato di Sicurezza collettiva. Ha però sottolineato che la situazione va tenuta all’interno “dell’alveo legale” e va costruito “il dialogo”. “I mezzi militari russi si trovano nel territorio della Federazione Russa”, ha aggiunto.
Ue: “Non riconosciamo il voto”.Merkel: “Non posso mediare, Lukashenko rifiuta incontri”
“Le elezioni svoltesi il 9 agosto scorso non solo non sono state libere, corrette e rispondenti ai criteri internazionali, ma anche falsificate“, ha dichiarato Michel, aggiungendo che “il futuro della Bielorussia deve essere deciso dal popolo in Bielorussia, non a Mosca o Bruxelles”. “Dobbiamo avviare tutti gli sforzi per rendere possibile il dialogo nazionale – ha sottolineato – Dobbiamo sostenere tutti gli sforzi per una soluzione positiva e per garantire un processo democratico. Per noi è chiaro che il popolo bielorusso ha il diritto fondamentale di eleggere liberamente la propria leadership”. Inoltre, il gruppo dei 27 ha deciso di imporre sanzioni contro i responsabili delle violenze e delle violazione dei diritti civili.
Parole simili a quelle pronunciate dalla Cancelliera tedesca, Angela Merkel, secondo cui l’Ue “vuole sostenere la società civile, ma per noi è chiaro che la Bielorussia deve trovare da sola la sua strada” e non devono esserci interventi “dall’esterno”. La leader Cdu ha poi spiegato di aver provato a contattare telefonicamente il presidente Lukashenko, “ma purtroppo la telefonata non c’è stata”. Questo non le permette di vedere possibile un suo ruolo di mediatrice nello scontro: “Per mediare serve la disponibilità delle due parti” e Lukashenko ha rifiutato il colloquio, ha spiegato.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affermato che l’Ue “è pronta ad accompagnare la transizione di potere pacifica e democratica in Bielorussia. Noi siamo al fianco del popolo bielorusso che vuole libertà fondamentali e democrazia”. Von der Leyen ha annunciato che dalla Commissione arriveranno 53 milioni di euro per sostenere il popolo bielorusso: di questi, tre milioni saranno per le vittime della repressione e per sostenere la società civile, mentre la maggior parte saranno destinati alla gestione dell’emergenza coronavirus.
All’inizio del summit aveva preso la parola il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Migliaia di persone – ha ricordato – sono in strada da ormai dieci giorni per protestare non solo contro elezioni truccate, come certificato da tutti gli osservatori internazionali, ma soprattutto contro la brutalità e la violenza del regime. Le scene che vediamo e le storie che ci vengono raccontate, quelle di torture e violenze contro pacifici manifestanti, sono orribili e hanno provocato emozione nelle nostre opinioni pubbliche. I timori di una escalation di attività repressive e militari sono molto forti e a quanti credono di poterci dividere voglio dire subito che non vi sono europei tranquilli”.