Cala, nuovamente, il brivido freddo dell’imbarazzo su Bill Clinton per una foto diffusa dal Daily Mail Us che lo ritrae nel 2002 mentre in un aeroporto portoghese, appena sceso dal Lolita Express, l’aereo privato del faccendiere Jeffrey Epstein, riceve un massaggio da una giovane donna, Chantau Davies. La situazione ritratta nella foto non ha nulla di compromettente se non fosse che Chantau Davies è stata una delle numerose donne che accusò di stupro Jeffrey Epstein morto sucidida (pare) tra mura infestate da topi e insetti nel carcere federale di Manhattan, nell’agosto del 2019.

Quella foto mette in imbarazzo il partito democratico proprio nei giorni in cui il candidato alla Casa Bianca, Joe Biden, riceve il sostegno dall’ex presidente Bill Clinton e agita ancora il fantasma di Epstein. Quando era ancora vivo, poco più di un un anno fa, fece tremare politici, miliardari e notabili vari che avevano frequentato la sua corte. Tra questi, il principe Andrea, accusato da una delle vittime di Epstein di avere avuto rapporti sessuali con lei quando era ancora minorenne, Donald Trump, che apprezzava Epstein perché diceva “come me ama le donne soprattutto se giovanissime”, e altri uomini ricchi come Woody Allen o Bill Gates. Tra questi non mancava l’ex produttore della Miramax, Harvey Weinstein, oggi in carcere con una condanna a 23 anni per stupro nei confronti dell’ex assistente Miriam Haley e dell’attrice Jessica Mann.

Jeffrey Epstein non aveva perso potere nemmeno dopo le prime denunce sporte da alcune ragazze nel 2008 e anzi se l’era cavata patteggiando in Florida, inspiegabilmente, una condanna a tredici mesi per una accusa, quella di sfruttamento della prostituzione minorile che avrebbe potuto costargli 35 anni di carcere. Un accordo vantaggiosissimo che era stato siglato all’ insaputa delle vittime grazie al procuratore Alexander Acosta, divenuto qualche anno dopo, segretario del Lavoro nel Governo di Trump.

A scoperchiare il vaso di Pandora fu il tweet di Alyssa Milano che nel 2017 chiese alle donne di svelare molestie e violenze sessuali portando alla valanga di milioni di tweet che crearono il movimento #MeToo. La pressione dell’opinione pubblica disarcionò dalla poltrona di sottosegretario, Alexander Acosta, l’ex procuratore che aveva siglato il vergognoso accordo con Epstein nel 2008 e costrinse le autorità americane a dare ascolto alle vittime di Epstein che erano rimaste senza giustizia.

Abusate e manipolate dalla Ghislane Maxwell che si dilettava a reclutarle ed a portarle nel letto del faccendiere, divenivano merce di scambio tra gli amici miliardari. Salivano su quel Lolita Express che aveva ospitato decine di volte anche Bill Clinton e dove avvenivano, dicono le testimoni, rapporti sessuali tra Epstein e ragazze adolescenti. Erano giovanissime vulnerabili non solo per l’età ma per la povertà e per le precoci esperienze di abusi e maltrattamenti che avevano subito in famiglie disagiate e disfunzionali e che facevano di loro delle perfette vittime.

Chantau Davies ha già detto che Bill Clinton “si comportò da gentiluomo”, è sufficiente? O dobbiamo chiederci se come altri ricchi e potenti che frequentavano quella tetra corte, l’ex presidente coltivava una idea primitiva e misera del potere come esercizio di un privilegio assoluto e immune da qualunque responsabilità mentre viaggiava decine di volte sul Lolita Express o veniva ospitato, così ha sostenuto una testimone chiave, Virginia Giuffre, nella residenza alle isole Vergini, dove si consumavano gli abusi con ragazze di appena 14 o 15 anni.

Un anno fa, dopo la rovina di Epstein, “gli amici” si erano fatti di nebbia e avevano negato di frequentarlo. Clinton aveva negato di aver mai messo piede sull’isola caraibica e aveva detto di aver volato una sola volta sul Lolita Express; Trump che non frequentava Epstein da decenni; Weinstein stava per essere condannato eppoi la morte di Epstein, provvidenziale per molti, aveva calmato le acque.

Della piramide di violenze a abusi sulla quale un sospetto suicidio ha fatto calare velocemente il sipario, è stata appena scoperta la punta e se riusciamo a sbirciare attraverso gli squarci aperti da inaspettati movimenti di coscienza, come il Me Too, ci troviamo davanti al solito scenario che rivela la bassezza del potere, la miseria della montagna di denaro che invischia e rafforza complicità e collusioni, la inquietante disumanità e la mancanza di empatia di coloro che dominano corpi, che comprano coscienze e impunità con la superba convinzione, quasi sempre fondata, di essere al di sopra della legge.

Se il femminismo è ancora oggi così profondamente avversato è perché mette in luce la struttura del potere e cerca di scardinare uno dei suoi mattoni o elementi costitutivi, il dominio dei corpi delle donne e oggi non possiamo che chiederci se lo svelamento delle violenze di Epstein e di Weinstein, due intoccabili, sarebbe stata possibile senza il Me Too o se, senza la denuncia collettiva delle donne, oggi una foto farebbe preoccupare chi si è seduto su prestigiose poltrone.

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