In attesa dell’impatto che la pandemia avrà anche sulle crisi aziendali, diminuiscono le vertenze aperte al ministero dello Sviluppo Economico. Attualmente, fa sapere lo stesso ministero, sono 120, una decina in meno rispetto allo scorso autunno e 40 in meno rispetto ad un anno fa. Vertenze che comunque coinvolgono circa 170mila lavoratori. Tra le crisi risolte nell’ultimo anno, il ministero cita i casi di Pernigotti (a giugno la proprietà turca ha deciso il rilancio dello stabilimento di Novi Ligure), Treofan (la proprietà indiana Jindal investirà nello stabilimento di Terni) e Corneliani. Quest’ultima è stata salvata grazie all’ingresso nel capitale dello stesso Mise in virtù di una nuova legge per la difesa dei marchi storici del made in Italy. Vicende per ora a lieto fine che hanno salvato 1.800 posti di lavoro.

Molti dei tavoli che rimangono aperti sono vertenze che si trascinano da anni. Ventotto , che riguardano settori con forti criticità, proseguono ormai da 7 anni. Altri 70 tavoli sono aperti da più di 3 anni. Ci sono naturalmente le crisi storiche come l’Alitalia e l’ex Ilva, ma anche tante tavoli che interessano aziende più piccole e meno note. L’autunno si annuncia in ogni caso molto impegnativo. In agenda ci sono già i casi scoppiati più di recente con l’emergenza Covid, come Betafence e Yokohama con i primi incontri che si svolgeranno l’1 e il 2 settembre. A metà mese riprenderà il confronto ex Embraco ed entro fine mese è atteso il piano industriale Sider Alloys.

In questo contesto, cambia l’approccio che si sta usando nel gestire le crisi. “Una delle strategie che sto portando avanti è proprio quella di cambiare del tutto il modo di ragionare: torniamo a ragionare in termini di filiere, distretti, ecosistemi, quindi non solo singole aziende in difficoltà”, spiega la sottosegretaria allo sviluppo economico Alessandra Todde. L’obiettivo è “rimettere le aziende in condizione di tornare in piena attività e crescere ancora”, puntualizza la sottosegretaria.

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