Nato 190 anni fa in Germania, contemporaneamente al russo Dmitri Mendeleev e in modo del tutto autonomo, ipotizzò una tavola periodica degli elementi chimici. Si interessò anche di fisiologia, dimostrando che l'ossigeno si lega all'emoglobina nel sangue nella respirazione
L’altra tavola periodica, l’altro chimico che mise in ordine pesi molecolari, sistematizzando gli elementi. I doodle – le immagini che compaiono nel motore di ricerca Google – sono un modo per celebrare grandi personaggi della Storia, ma anche per raccontare storie meno conosciute, personalità che in silenzio hanno cambiato un pezzettino di mondo. È il caso di Julius Lothar Meyer, il chimico tedesco che oggi Google ritrae tra le ampolle, in un disegno ‘alla lavagna’, nel 190esimo anniversario dalla nascita. Prima di Dmitri Mendeleev, e in modo del tutto autonomo, ipotizzò una tavola periodica degli elementi chimici, pubblicandone una prima versione in un trattato del 1864, ma con soli 28 elementi.
Il suo collega russo, Dmitri Mendeleev, fu il primo a realizzare una tavola periodica completa degli elementi chimici (o almeno quelli conosciuti fino ad allora, cioè 56). Storie parallele: in Germania, in modo del tutto indipendente dal lavoro del collega, Julius Lothar Meyer arrivò alle stesse conclusioni di Mendeleev pubblicando la sua personale tavola periodica. Nella sua versione, riveduta e ampliata rispetto a quella del 1864, dimostrò la periodicità degli elementi in funzione del peso atomico. Molti chimici avevano delle perplessità sulla legge della periodicità di Mendeleev e il lavoro di Meyer fornì delle risposte in più, in particolare quando vennero scoperti i nuovi elementi che entrambi – pur non avendo incluso – avevano ipotizzato.
Ma il lavoro di Meyer spaziava dalla chimica alla fisiologia: nato in una famiglia di medici, nel 1858 ottenne un dottorato di ricerca e presentò una tesi nella quale dimostrò che nella respirazione l’ossigeno si combina con l’emoglobina del sangue. Studiò anche fisica matematica all’università di Königsberg e ottenne la prima cattedra in fisica a Breslavia. Durante la Guerra franco-prussiana, il Politecnico fu utilizzato come ospedale e Meyer mise da parte la ricerca per dedicarsi alla cura dei feriti. Tornò a lavorare l’Università di Tubinga, dove insegnò fino alla morte, nel 1895.