Dopo il lockdown, pur con una parziale ripresa degli occupati, “quel che preoccupa è il fatto che abbiamo visto aumentare il numero di coloro che non si offrono sul mercato del lavoro, le persone che sono scoraggiate e dicono ‘in fondo, tanto non ci sono opportunità”. Così il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, intervenendo al Meeting di Rimini. Nella sua relazione Blangiardo, ha sottolineato il rischio per le donne che lavorano in smartworking. “Prendiamo una signora con tre figli: per quella donna, andare a lavorare era un’occasione per uscire da un certo ambiente e sviluppare elementi di socialità, il lavoro era occasione per interagire con altre persone, e un lavoro a distanza non dà questa possibilità”. Insomma, “come sempre c’è un rovescio della medaglia”. A confrontarsi – tra gli altri – sulla relazione di Blangiardo, Alessandro Profumo, A.D. di Leonardo secondo il quale “bisogna evitare che lo smartworking peggiori il divario tra l’occupazione maschile e femminile, le aziende devono essere le prime ad attivarsi per far sì che non si realizzi”. “Disinvestire negli spazi degli uffici ed investire nelle babysitter per i nostri dipendenti” è la proposta di Marco Cerasa, A.D. di Randstad Italia.
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