L’appello senza precedenti di Giuseppe Conte, seppur arrivato in extremis, agita il Movimento 5 stelle. Il presidente del Consiglio, intervistato da il Fatto Quotidiano, ha infatti dichiarato che se Pd e M5s non si alleeranno alle Regionali in Puglia e nelle Marche il rischio è che sia “una grande occasione sprecata”. E non solo, ha anche aggiunto che al di là degli scontri sui territori, “la politica impone di mettere prima l’interesse dei cittadini”. Queste parole sono arrivate nel bel mezzo di trattative che, stando alle dichiarazioni ufficiali, sembrano ormai essersi arenate. E se anche il tempo è poco, c’è chi invoca una soluzione. Dal Movimento i segnali che arrivano sono contrastanti: mentre i candidati resistono (in Puglia Antonella Laricchia ha dichiarato: “Non chiedetemi di piegare la testa, trovate il coraggio di tagliarla”), c’è anche chi si espone in modo diverso. Ad esempio il gruppo M5s di Jesi ha scritto ai vertici parlando di “una morte annunciata” se non si raggiungerà un accordo. Intanto dal Pd spingono perché almeno nelle Marche si arrivi a un accordo. Che al momento sembra comunque difficilissimo.

Marche, l’appello del M5s di Jesi: “Qui non siamo neanche riusciti a chiudere le liste” – Tra Puglia e Marche, è in quest’ultima che ancora si spera di poter muovere qualcosa. Infatti mentre il candidato Gianni Mercorelli insiste nel dire che non intende fare passi indietro (“Comprendo Conte perfettamente, ma evidentemente non è al corrente di quello che succede sui territori”), a scrivere ai vertici è stato il gruppo M5s di Jesi. I grillini denunciano infatti “un doppio inganno politico ai danni della base degli iscritti”. E mettono sotto accusa “un gruppetto di candidati, incluso il candidato presidente, che appaiono svuotati di qualsiasi rappresentanza e/o legittimità politica”. I pentastellati jesini lamentano che non si è riusciti “neppure a riempire le liste nelle varie province, costringendo organizzatori e facilitatori vari a rincorrere o introdurre fuori da qualsiasi decisione democratica nominativi scelti non si sa bene come è da chi”. E per questo chiedono la rinuncia del candidato, “il commissariamento dai vertici del M5s Marche e l’immediata convocazione di assemblee ufficiali regionali” per provare a ricostruire “un partito che alle regionali di 5 anni fa era attorno al 22% e oggi dopo tutta questa sterile prepotenza rischia di non farlo arrivare neanche alla soglia minima per aver almeno un seggio in consiglio regionale”. Insomma secondo il gruppo di Jesi, siamo di fronte alla “cronaca di una morte annunciata che se non viene immediatamente stoppata rischia ripercussioni gravissime non solo per le Marche ma anche per il governo nazionale”. E, infine, la base di Jesi attacca quella che definisce “pura ingordigia di potere locale e di poltrone mista a ottusa prepotenza politica che sta per portare non solo ad una debacle elettorale per il M5s ma anche alla vittoria storica nelle Marche della destra nemica del governo Conte, regalata su un piatto d’argento dalla miopia di chi ha partorito tutta questa assurda situazione”.

Il Pd insiste, Boccia: “Mi auguro che il M5s superi un ottuso no” – Chi spinge perché si sblocchino le trattative è naturalmente il Partito democratico. “Mi aspetto che in queste ore il Movimento 5 stelle risponda all’appello di Conte”, ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. “Il Pd ha già risposto, mi aspetto una risposta su Marche e Puglia”. Ha detto ad Agorà su Rai 3 augurandosi che si superi “un ottuso no”. “Se questa risposta non dovesse arrivare”, ha poi azzardato, “sarà inevitabile la nostra richiesta, dove possibile, di voto disgiunto, perché se non si vota il candidato di centrosinistra vince la destra”. Una linea condivisa anche dal membro della direzione nazionale Pd Goffredo Bettini: “Dopo l’intervista di Conte su Il Fatto, almeno l’accordo nelle Marche si può fare. C’è un nuovo candidato civico, aperto, popolare e onesto. Si può trovare un equilibrio negli assetti, dando elementi di discontinuità forti sul piano programmatico. Ritrarsi rispetto a questa possibilità non è un danno solo per le Marche, ma è un segnale non favorevole anche per la tenuta della maggioranza che attualmente governa l’Italia”.

Vito Crimi: “Alleanze sono valore aggiunto, ma solo dove ci sono le condizioni” – La resistenza nei 5 stelle però parte dai vertici. In primis quella del capo politico Vito Crimi: “La costruzione di alleanza basate sui programmi, sugli obiettivi comuni, ancor prima delle persone, è un valore aggiunto, in quanto il risultato di un percorso comune, in cui i contenuti vengono prima del contenitore”, ha detto in mattinata ad Affaritaliani.it. “Ma va fatto solo dove ci sono le condizioni. Sta già avvenendo, proprio in questi giorni, in alcuni comuni chiamati al voto per le prossime elezioni amministrative, laddove i gruppi territoriali hanno manifestato la volontà di avviare progetti condivisi. Tutte le proposte sono comunque sottoposte ad un vaglio. Allo stesso modo va rispettata la decisione legittima di quei territori che compiono scelte diverse, perchè non vedono le condizioni per intraprendere un percorso comune, e nessuna forzatura deve essere fatta”. Al momento però non c’è stata una presa di posizione ufficiale sul Blog delle Stelle, segno che la discussione all’interno continua.

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