La svolta è arrivata nel corso della mattinata. Alle ricerche si sono uniti un centinaio di volontari dopo l'appello pubblicato su Facebook da Daniele Mondello, marito della dj. I resti del corpo sono stati rinvenuti sotto a un rovo insieme a una magliettina da bambino e un paio di scarpine, poco lontano dal luogo in cui è stato identificato il cadavere della donna l'8 agosto. Il procuratore: "Resti compatibili con quelli di un bambino dell’età di Gioele, mostreremo gli indumenti ai familiari, poi tutto è demandato agli accertamenti medico legali e alla comparazione del dna"
Alcuni resti umani appena rintracciati nella nuova zona delle ricerche a Caronia potrebbero essere quelli del piccolo Gioele. Forse trascinati da un animale in una zona impervia, nascosta a metà tra l’autostrada e il traliccio sotto il quale è stato ritrovato il cadavere della madre Viviana Parisi l’8 agosto scorso. Poco distante sono stati trovati alcuni indumenti, tra cui una maglietta da bambino e un paio di scarpine, che gli esperti stanno analizzando. A questo punto si attende che il padre, li riconosca.
“Al 90% sono i resti di Gioele” – A fare il ritrovamento è stato un ex carabiniere in pensione di 55 anni, Giuseppe Di Bello, di Capo D’Orlando. “Aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti”, ha raccontato un altro volontario, Francesco Radici. Le tracce umane sono state individuate sotto a un rovo nell’area intorno al traliccio, ben nascoste e a poca distanza dal luogo in cui è stata ritrovata la mamma. Al lavoro gli specialisti per accertare che siano davvero del corpicino del piccolo. “Al 90 per cento si tratterebbe di lui”, fanno sapere i ricercatori.
Il procuratore: “Resti compatibili con quelli di un bambino di quell’età” – “Abbiamo trovato dei resti umani che sono compatibili con quelli di un bambino dell’età di Gioele“, ha detto il procuratore di Patti Angelo Cavallo incontrando i giornalisti, al termine del sopralluogo dove questa mattina è stato effettuato il ritrovamento. “Abbiamo sempre pensato che il bambino fosse in questo posto è i fatti, purtroppo, ci hanno dato regione. A breve – ha aggiunto – mostreremo alcuni oggetti trovati ai familiari di Gioele per procedere a un primissimo ragionamento. Poi tutto è demandato agli accertamenti medico legali e alla comparazione del dna”. È l’ultima novità dopo 17 giorni di ricerche disperate.
Gli indumenti trovati vicino ai resti – Sul luogo dove sono stati rinvenuti i resti ossei compatibili con il piccolo Gioele, si sono recati anche i familiari: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno paterno Letterio. A loro devono essere mostrati gli indumenti strappati, tra cui una magliettina, che potrebbero costituire la conferma del ritrovamento. Secondo fonti investigative, il corpo del bambino sarebbe stato trascinato dagli animali “di recente”, forse da cani o maiali, a circa 400 metri di distanza dal traliccio. È per questo motivo che i resti non sono stati trovati tutti nello stesso punto. La zona si trova a circa 200 metri dall’autostrada Messina-Palermo. Sul posto è stato anche il procuratore Cavallo, che coordina le indagini, due medici legali, la polizia scientifica, uomini della Protezione Civile e le squadre dei vigili del fuoco. Tutta l’area è stata inibita all’ingresso dei giornalisti e della folla di volontari. Sarà necessario l’esame del Dna per avere la conferma definitiva che i resti appartengano a Gioele, ma dai primi rilievi sembra che gli indumenti e la maglietta siano suoi.
Le ricerche e gli interrogativi – Le attività si sono intensificate questa mattina dopo l’appello di Daniele Mondello, marito della dj torinese, che ha chiesto su Facebook ai cittadini di dare una mano per trovare il piccolo Gioele. Un centinaio di persone si sono riunite al ‘campo base’ di Caronia e hanno iniziato a battere le campagne circostanti, a partire dalla zona del traliccio. Presenti anche 14 militari della Brigata Aosta di Messina che sono andati ad affiancare i cacciatori di latitanti di Calabria già al lavoro da giorni. Tutto è iniziato lo scorso 3 agosto quando la 43enne è salita in auto col figlio di 4 anni. E da Venetico, paesino costiero in provincia di Messina, è partita in direzione Palermo senza mai fare ritorno a casa. Tanti gli interrogativi ancora senza risposta, a partire dal perché la dj abbia scavalcato il guardrail dell’autostrada sulla quale viaggiava dopo aver urtato un camion in galleria. In quel momento, stando ai testimoni, aveva ancora Gioele in braccio. Resta da capire cosa è successo dopo. “Ovviamente ci siano fatti delle idee, si sono rafforzate alcune ipotesi e altre le abbiamo scartate”, dice il procuratore Cavallo. Le indagini continuano.